La Procura di Pisa ha aperto un fascicolo contro ignoti per accertare eventuali responsabilità degli agenti e della catena di comando, dopo le cariche della polizia contro gli studenti che manifestavano pacificamente per la Palestina. Le immagini che hanno fatto il giro dei social hanno spinto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a chiamare il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. «Il Presidente della Repubblica ha fatto presente al Ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento».
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— Quirinale (@Quirinale) February 24, 2024
Venerdì mattina a Pisa il corteo dei manifestanti ha cercato di raggiungere piazza dei Cavalieri, dove ha sede la Scuola Normale, e i poliziotti schierati a protezione di uno degli accessi hanno caricato gli studenti che stavano provando a oltrepassare lo sbarramento. Durante gli scontri alcuni ragazzi sono stati fermati dai poliziotti e poi immediatamente lasciati andare. «Siamo partiti da piazza Dante dove ci eravamo radunati per fare una passeggiata in giro per la città ma dopo poche decine di metri abbiamo trovato lo sbarramento di polizia che ha poi caricato una manifestazione assolutamente pacifica, ma determinata ad andare avanti per portare solidarietà al popolo palestinese», ha raccontato una studentessa.
A Firenze il corteo vedeva insieme Cobas, studenti e comunità palestinese: partito da piazza Santissima Annunziata aveva raggiunto piazza Ognissanti, seguendo un itinerario di cui era stato dato preavviso alle autorità. Poi le cariche di polizia e carabinieri quando i manifestanti si sono mossi verso una destinazione non “autorizzata”, il vicino consolato Usa. Il bilancio: cinque studenti feriti a Pisa, una ragazza col naso fratturato a Firenze.
Un intervento estremamente inusuale da parte del Quirinale su vicende riguardanti la gestione dell’ordine pubblico. Una stoccata di Mattarella dettata probabilmente dalla pressoché assente reazione del governo Meloni dopo gli incidenti di piazza. Che però la maggioranza di centrodestra ha accolto col gelo. «Fratelli d’Italia difende le regole democratiche di convivenza che si basano sul diritto di manifestare e il dovere di farlo pacificamente e nel rispetto della legge. La sinistra che spalleggia i violenti è la causa dei disordini ai quali abbiamo assistito», è la dura replica del partito della premier.
«Bisogna che Piantedosi venga finalmente a chiarire in Parlamento davanti al Paese e prendersi le sue responsabilità. Non possiamo più assistere a scene inaccettabili come quelle che abbiamo visto ieri, di manganellate sui minori, di minori trattenuti e immobilizzati a terra. Non è accettabile. Non è un episodio isolato. Abbiamo visto scene come queste a Firenze, a Napoli, a Bologna c’è un clima di repressione di cui abbiamo già chiesto la settimana scorsa conto al ministro Piantedosi. È necessario che venga a chiarire e a prendersi le sue responsabilità davanti al Parlamento», ha dichiarato la segretaria del Pd, Elly Schlein. Il leader M5S Giuseppe Conte ha parlato invece di silenzio del governo. «Presidente Meloni, ancora una volta sei rimasta silente senza proferire parola, ignorando le violente manganellate che ieri hanno provato a silenziare i giovani scesi pacificamente per le strade di Pisa e Firenze», ha scritto sui social.
E mentre l’opposizione attacca il governo, la maggioranza non ci sta e respinge gli addebiti: «Siamo garantisti e per questo diciamo che la responsabilità è individuale. Le forze dell’ordine non si toccano perché donne e uomini che ogni giorno rischiamo la pelle per quattro soldi, hanno famiglie che li aspettano e magari non tornano e sono tutti figli del popolo, non di radical chic», ha detto il vicepremier. «Questo non significa dire che chi sbaglia non deve essere sanzionato ma la responsabilità è sempre e comunque individuale: se 1, 2 o 3 hanno sbagliato non possono pagare in migliaia», dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani.