Trova le differenze. Mentre il ministro della Salute francese (ex dai primi di luglio) Olivier Véran scrive un libro in cui chiede scusa per la gestione pandemica, il suo omologo italiano Roberto Speranza, costretto a ritirare la sua opera, continua a giustificare il suo operato. «La nostra azione si è ispirata a due priorità: il diritto alla salute e la centralità dell’evidenza scientifica», ha detto più volte Speranza.
Olivier Véran, ex ministro della Salute ed oggi portavoce del governo guidato da Elisabeth Borne, ha scritto un libro sulla gestione della pandemia di Covid-19. Però, a differenza del ministro italiano, ha ammesso gli errori commessi dall’esecutivo di Parigi nella gestione del Covid. L’ammissione di responsabilità di Véran è stata anticipata da un’intervista rilasciata alla testata Le Parisien, nella quale l’ex titolare della Salute ha ammesso le sue colpe soprattutto nella fase iniziale della pandemia e chiesto scusa per gli errori, a partire dalle mascherine: «La verità è che sulle mascherine ci siamo sbagliati noi e basta. Noi, l’Organizzazione mondiale della Sanità, le autorità nazionali. Certamente in buona fede, ma ci siamo sbagliati».
Il riferimento è alla confusione scatenata dal governo francese sul tema dei dispositivi di protezione contro il virus. Nel marzo 2020, quando il Covid stava diffondendosi anche in Francia, l’esecutivo guidato da Édouard Philippe, aveva definito «inutile» l’uso delle mascherine in pubblico. Il problema, però, era un altro: come accaduto in Italia le scorte scarseggiavano. La Francia non aveva abbastanza mascherine, né chirurgiche né tanto meno quelle di tipo Ffp2. Tra il 2009 e il 2020, le scorte erano state dilapidate passando da due miliardi a circa cento milioni di unità.
Nel libro appena pubblicato dalla casa editrice Robert Laffont e intitolato “Par-delà les vagues” (Al di là delle onde), l’ex ministro della Salute si è assunto «la responsabilità di tutte le decisioni prese, appropriate o meno» con tanto di scuse ai francesi: «Voglio presentare le mie scuse per questo incredibile errore di apprezzamento». Nello stralcio suo del libro pubblicato dal settimanale L’Express, Olivier Véran ha anche ammesso che evitare questo errore «non avrebbe creato magicamente degli stock di mascherine mancanti. Ma – ha aggiunto – commetterlo ha inficiato il capitale di fiducia così indispensabile quando si va a chiedere ai francesi sforzi che durano nel tempo».
In un altro passaggio del suo libro l’ex ministro parla delle misure «assurde» adottate durante la pandemia. «Ad esempio – ricorda Véran – quando abbiamo riaperto gli esterni dei ristoranti esigendo dei vasi di fiori o dei pannelli di plexiglas per separare i tavoli». Véran però non ha rinunciato a lanciare qualche frecciatina ai suoi omologhi europei, rammentando che «alcuni dei nostri vicini che avevano chiamato il nostro Paese l’Absurdistan ma poi ci hanno seguito».
L’uscita del libro è stata accolta con freddezza da Macron che, incontrando la stampa in una visita ufficiale, ha detto di non voler fare dei «commenti letterari». Per ora è impossibile dire se il libro
dell’ex ministro della Salute otterrà un successo in termini di lettori. Ma, a giudicare dalle anticipazioni, è poco probabile che venga ritirato dalle vendite pochi giorni dopo l’arrivo in libreria, come accadde invece con quello autocelebrativo di Speranza.