Aveva 11 anni quando scrisse quella che definisce la sua prima «vera composizione». «Riguardava l’apocalisse zombi, il che è strano perché nessuno sa che è di questo che si tratta. Si chiama “Fingers Crossed”. È nata dopo aver visto “The Walking Dead”, da dove ho preso alcune battute. Guarda “The Walking Dead” e troverai alcune cose e alcuni titoli di episodi che sono nella mia canzone». A 15 anni ha pubblicato un acclamato EP, ha affrontato un tour quasi sold-out ed ha registrato oltre tre milioni di streaming mensili su Spotify. Nell’aprile 2018 ha collaborato con il rapper americano Khalid per il singolo “Lovely”, brano aggiunto alla colonna sonora della seconda stagione della serie di Netflix “13 Reasons Why”.
Ad appena 17 anni, Billie Eilish Pirate Baird O’Connell, più semplicemente Billie Eilish, figlia degli attori Maggie Baird e Patrick O’Connell, ha il mondo ai suoi piedi. Una star globale come dimostra la presenza di ben sette tracce nella classifica global di Spotify (e otto nella US Chart) tra cui il brano primo estratto dal disco “Bury a friend” e il nuovo inedito in rapida ascesa “Wish you were gay” (il cui video è arrivato alla prima posizione su YouTube Trending). È stata definita “la nuova coscienza del rock” dalla rivista americana Rolling Stone, mentre secondo il britannico New Musical Express è “il più discusso adolescente del pianeta”: «Le mie figlie sono ossessionate da Billie Eilish», ha detto Dave Grohl dei Foo Fighters durante un evento di Pollstar, facendo riferimento poi alla sua ex band: «Sta succedendo quello che è successo ai Nirvana nel 1991. La gente chiede: Il rock è morto? Beh, se guardo a gente come Billie Eilish, il rock’n’roll è ben lontano dall’essere morto».
Piuttosto che rock’n’roll è un “bedroom pop” ipnotico, di grande fascino. La sua casa è anche il suo mondo, e quello in cui la sua musica prende vita in uno studio improvvisato nella sua cameretta. «Highland Park ora è un quartiere diventato popolare, ma crescere lì, in passato, non è stato così facile. Sentivi colpi di pistola e c’erano sempre casini. Le persone hanno una visione sbagliata di come sono cresciuta. Pensano che io sia solo una piccola ragazza ricca di Los Angeles».
Anche se è giovane, la cantante di Los Angeles non si cala nel ruolo della nuova Lolita che ha consentito ad altri artisti del pop, da Britney Spears a Miley Cyrus, di diventare giovani stelle. Tutt’altro. Oltre a brani molto intimi e personali come “Ocean Eyes” (2016), un mix sbalorditivo di energia e disperazione, nei suoi testi ci sono temi minacciosi, a volte persino sadici, in un inaspettato contrasto con la sua voce angelica. Lei interpreta una psicopatica che ha appena ucciso tutti i suoi amici nel suo più grande successo, “Bellyache”. Canta di bruciare l’auto di qualcuno in “Watch”. Gracchia “voglio rubarti l’anima / e nasconderti nel mio scrigno” nella canzone “Hostage”.
I critici hanno accostato il suo stile a quello di Lorde. «È davvero divertente mettersi nei panni di un personaggio in cui normalmente non ci si trova» ha detto Billie Eilish a Billboard parlando del suo processo di scrittura. «Non devi essere innamorato di qualcuno per scrivere una canzone sull’essere innamorati di qualcuno. Non devi odiare qualcuno per scrivere una canzone sull’odiare qualcuno. Non devi uccidere le persone per scrivere una canzone sull’uccisione di persone. Non ho intenzione di uccidere la gente, quindi diventerò un altro personaggio».
“Wish You Were Gay”, che ha anticipato il suo disco di debutto “When We All Fall Asleep, Where Do We Go?”, già in testa su Apple Music, parla di «un ragazzo che non era interessato a me e mi ha fatto sentire orribile, per questo si chiama “Wish You Were Gay”. Questo non vuole essere offensiva in nessun modo. Significa letteralmente che vorrei fosse gay così il fatto che non io non gli piaccia avrebbe un motivo reale».
Il messaggio è chiaro, come indica il titolo d’apertura dell’album: tre punti esclamativi, “!!!”. Eilish è dark e ribelle, è una scalmanata dallo spirito rock’n’roll, è una poetessa da cameretta, un’attrice, una suonatrice di ukulele, una cantante espressiva e, in coppia col fratello, un’autrice efficace. La musica è dubstep, jazz, cantautorato, rap, electro-pop, elettronica. È sogno, è incubo, è ipnotica. Il suo stile personale trasmette lo stesso messaggio: non convenzionale, con sagome larghe, scarpe da ginnastica, cappotti a strati e tute da ginnastica, capelli argentati, blu.
«Odio sorridere. Mi fa sentire debole, impotente e piccola» dice di sé. «Sono sempre stata così. Non sorrido in nessuna foto. Se guardi il mio Instagram, ho una faccia da piagnucolone e immagino di sembrare sempre triste. È come quando cammini per la strada e qualcuno ti sorride e tu, per educazione, sei costretta a ricambiare il sorriso. Se non sorrido, penserai che sono orribile».
“A Snippet Into Billie’s Mind – Wish you were gay” è il secondo di tre mini episodi in cui Billie racconta sé stessa su Youtube. Ogni episodio conduce dentro le canzoni del suo disco di debutto e aiuta i fan a capire il processo creativo e accendere una nuova luce sulla sua musica. Il primo estratto dal disco “Bury a friend”, scritto da Billie e dal suo collaboratore nonché fratello maggiore Finneas O’Connell e accompagnato da un video horror diretto da Michael Chaves, ha segnato un momento importante per la stesura di questo disco, come racconta la stessa Billie: «Quando abbiamo scritto “Bury a friend” l’intero album è scattato nella mia testa. Ho immediatamente capito cosa stava per accadere, come sarebbero stati i visual e come volevo venisse percepito. Questo brano ha inspirato tutto l’album. “Bury a friend” è letteralmente il punto di vista di un mostro sotto il mio letto. Se ti metti in quello stato mentale, cosa sente e cosa fa quella creatura? Confesso di essere quel mostro, perché io sono il mio peggior nemico. Posso essere anche il mostro sotto il tuo letto».