In principio fu il produttore americano Harvey Weinstein accusato da centinaia di donne di molestie sessuali. Il caso ha creato un effetto domino in diversi Paesi arrivando fino in Italia con accuse rivolte a persone influenti del mondo dello spettacolo, della politica e dello sport. L’ultimo solo in ordine di tempo a finire nel torchio è il regista italiano Fausto Brizzi. Il suo nome era circolato sui social network poche ore dopo la denuncia pubblica di alcune attrici italiane durante la puntata delle Iene del 22 ottobre. E adesso dopo che la notizia è circolata anche sui principali organi di informazione il regista di “Notte prima degli esami”, “Forever Young” e del cinepanettone di prossima uscita “Poveri ma ricchissimi” è pronto a difendersi dalle accuse di un presunto coinvolgimento in casi di molestie.
LA DIFESA DI BRIZZI. «Ho appreso con grande sconcerto dagli articoli apparsi sulle pagine di alcuni quotidiani dell’esistenza di ipotetiche segnalazioni di molestie fatte da persone di cui non viene precisata l’identità. Posso solo affermare, con serenità e sin da ora, che mai e poi mai nella mia vita ho avuto rapporti non consenzienti o condivisi. Per questo, escludo categoricamente di aver conferito mandato legale per trattare il risarcimento del danno in favore di presunte vittime». In una nota diramata dal suo legale Antonio Marino, il regista italiano avverte che è intenzionato a portare in tribunale chi insisterà nel coinvolgerlo nella caccia al Weinstein italiano: «Procederò, pertanto, in ogni opportuna sede nei confronti di chiunque abbia affermato e affermi il contrario. In via precauzionale, e per evitare strumentalizzazioni, ho sospeso tutte le mie attività lavorative ed imprenditoriali. Chiedo a tutti il massimo rispetto della privacy della mia famiglia e, in particolare, di mia moglie».
DA HOLLYWOOD A CINECITTÁ. È lunga la lista di produttori, registi e attori hollywoodiani accusati di molestie sessuali. Dopo Harvey Weinstein è toccato a Brett Ratner regista di Red Dragon, all’attore Dustin Hoffman, al premio Oscar kevin Spacey, all’attore di film d’azione Steven Seagal, all’attore Terry Crew, all’autore di serie Tv Matthew Weiner e al comico Luis C.K. Sono accusati di approcci sessuali, molestie e palpeggiamenti. Da Hollywood lo scandalo molestie arriva anche in Italia. Il premio Oscar Giuseppe Tornatore è stato accusato dalla showgirl Miriana Trevisan, in una intervista a Vanity Fair, di un approccio violento: «Lui mi seguì fino alla porta, mi appoggiò al muro e cominciò a baciarmi collo e orecchie, le mani sul seno, in modo abbastanza aggressivo. Riuscii a sfilarmi e scappai via. Ero entrata sentendomi una principessa a un passo da un sogno che si realizzava e sono uscita sentendomi uno straccio». L’episodio risalirebbe a circa vent’anni fa, nel periodo di lavorazione al film “La leggenda del pianista sull’oceano”, ma il regista smentisce riservandosi di agire nelle competenti sedi a tutela della sua onorabilità. E c’è anche Gina Lollobrigida che a Porta a Porta denuncia di aver subito violenze pesanti: «La prima volta avevo 19 anni, andavo ancora a scuola, della seconda meglio non parlare». Poi a rinverdire la gogna mediatica arriva il servizio de Le Iene dove attrici di casa nostra parlano di abusi e ricatti sessuali ma senza svelare l’identità del presunto molestatore. Così sui social impazza il toto-nomi: sarà Michele Placido o Fausto Brizzi? E mentre nei salotti televisivi si cerca la “verità”, sostituendosi alla magistratura, si rischia che una volta passata l’indignazione mediatica tutto ripiombi nell’oblio. Denunciare alle forze dell’ordine, e non con interviste su riviste o in programmi tv, gli abusi serve a combatterli ma servono i nomi.