Sembrava che solo un miracolo potesse portare salvo i 12 baby calciatori e il loro allenatore rimasti intrappolati per 18 lunghi giorni nella grotta di Tham Luang in Thailandia. E invece una squadra internazionale di soccorritori ce l’ha fatta. Intorno alle 18.30 – quando in Italia sono le 13,30 – è stato portato in salvo il dodicesimo ragazzino. Per ultimo l’allenatore. «Non sappiamo se è stata scienza o un miracolo: ma sono tutti fuori!» hanno annunciato i Navy Seals thailandesi sulle loro pagine Facebook e Twitter, subito inondate di complimenti da tutto il mondo. L’ultimo gruppo ha raggiunto l’ospedale: «Stanno bene – fanno sapere i medici dell’ospedale di Chang Rai – tutti i ragazzi hanno un buon sistema immunitario proprio perché sono degli sportivi».
LE OPERAZIONI DI RECUPERO. A recuperare gli ultimi bambini e il loro allenatore è stato lo stesso team, composta da diciannove sub, che s’è calato in profondità domenica e lunedì per portare in salvo l’intera squadra di calcio che dal 23 giugno era rimasta intrappolata nella grotta in seguito ad una violenta bomba d’acqua. Le operazioni della terza giornata di recupero erano incominciate intorno alle 5 del mattino, ora locale, con una procedura identica a quella con cui nei giorni scorsi sono stati estratti i primi 8 ragazzini. L’ostacolo principale è stata la pioggia, ma l’esperienza accumulata nella prima giornata di soccorsi ha permesso di rendere più veloci le operazioni di recupero. I ragazzi si trovavano su una lingua di terra piuttosto scoscesa e rimasta quasi all’asciutto a circa tre chilometri di distanza e 800 metri di profondità dall’ingresso della grotta. Per ogni bambino c’è stata una squadra di due sub esperti che li ha seguiti nell’intero percorso: il primo guidava tenendosi a un cavo prontamente fissato e portava in braccio la bombola di ossigeno a cui era collegato il bambino legato a lui da una fune di sicurezza. Il secondo sub seguiva e aiutava il ragazzino a seguire il percorso evitando che sbattesse contro le rocce.
NOTIZIE DALL’OSPEDALE. Camminano, scherzano, chiedono dei loro amici. I ragazzi portati in salvo nei giorni scorsi stanno tutti bene fanno sapere dall’ospedale di Chang Rai. Quattro di loro hanno potuto finalmente vedere i genitori, sia pure attraverso una vetrata che li tiene in quarantena per il rischio d’infezioni. «I bambini sono calciatori, quindi hanno un sistema immunitario alto» ha dichiarato in conferenza stampa Jesada Chokdumrongsuk, vicedirettore generale del ministero della sanità pubblica. Ci vorranno almeno altri sette giorni di ricovero prima che possano essere dimessi dall’ospedale. I medici preferiscono tenere i ragazzi in isolamento per escludere contaminazioni per il loro sistema immunitario ancora fragile. Sono sotto cura d’antibiotico, qualcuno ha ricevuto un leggero sonnifero. Ma più delle medicine, a curarli sarà presto l’aria di casa.