Continua lo scontro tra compagnie telefoniche da quando Iliad ha messo piede nel mercato della telefonia mobile. E dopo il ricorso di Iliad e Fastweb all’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria contro Vodafone per pubblicità ingannevole adesso a finire “indagata” dalla Polizia Postale, naturalmente su segnalazioni della concorrenza, sembra essere proprio la stessa compagnia telefonica francese per presunta violazione delle Leggi in materia di antiterrorismo. Sussistono dubbi in merito alla conformità dei distributori Simbox alla Legge Pisanu che ha come principale obiettivo quello di garantire l’applicazione di misure efficaci per il contrasto del terrorismo internazionale. Dopo le denunce degli altri operatori, la Polizia Postale sta indagando circa eventuali pratiche illecite nelle operazioni di riconoscimento. Iliad è arrivata sul mercato italiano degli operatori di telefonia mobile conquistando molti utenti in breve tempo. Il motivo del successo è da ricercarsi nella promozione low cost con minuti no limits e Gb quasi illimitati. Ma non solo. L’operatore francese ha introdotto un nuovo metodo per l’acquisto delle proprie sim: box automatici che permettono agli utenti di acquistare velocemente le smart card di Iliad evitando le code negli store. Proprio le Simbox però sono ora sotto osservazione perché presenterebbero alcune problematiche di sicurezza.
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IL CASO DELLE SIMBOX. A contestare il normale funzionamento delle Simbox di Iliad sarebbe Tim che ha dichiarato pubblicamente come chiunque, anche sotto falsa identità, potrebbe presentarsi alle Simbox ed acquistare una sim senza problemi. Tim contesta il fatto che le Simbox non sarebbero dotate di una verifica dei dati immediata da parte di chi richiede la nuova sim violando le norme del decreto Pisanu in materia di antiterrorismo. Secondo la legge, infatti, le procedure di assegnazione delle sim da parte degli operatori, proprio per proteggerci dal terrorismo internazionale, devono avere l’obbligo di un’identificazione fisica del titolare attraverso il documento di identità. In questo caso il riconoscimento da parte delle Simbox non sembrerebbe essere così immediato e dunque questo potrebbe portare a ritardi nelle segnalazioni di falsi. Iliad ha comunque fatto sapere come i distributori automatici contemplino i processi di verifica richiesti: «Le Simbox Iliad contemplano un processo di verifica tale da garantire il controllo efficace e completo dell’identità di ogni acquirente a cui viene rilasciata una sim. La fase di sottoscrizione dell’offerta e di richiesta della Sim Iliad, prevede la raccolta di dati personali, documenti validi e la registrazione di un video dinamico per ogni singolo utente, che risultano pedissequamente verificati dagli operatori del Servizio Utenti Iliad tramite un applicativo interno. Nei casi in cui i dati risultino errati, parziali o invalidi, nei casi in cui il documento di identità non risulti valido, sia danneggiato o di dubbia validità, quando inoltre, il video registrato pone dubbi sul riconoscimento di una persona, si procede al rigetto della richiesta».
SOTTO LA LENTE DEL SENATO. Dopo il Pd anche senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha chiesto l’intervento dei Ministri Salvini e Di Maio per vederci chiaro sulle strategie di Iliad in Italia. Come riportato da Corcom, il gestore francese, secondo Gasparri, non garantirebbe una sufficiente sicurezza nell’identificazione degli utilizzatori delle proprie sim. Il senatore di FI chiede di sapere «se i ministri, ciascuno per le proprie competenze non ritengano opportuno promuovere un’indagine volta ad accertare eventuali violazioni di Iliad della normativa italiana sulla difesa nazionale dal terrorismo». La verifica è in corso. Le indagini della Polizia Postale ci diranno se si sono palesate evidenze di violazione. Le Simbox in caso di mancata trasparenza garantita potrebbero scomparire per sempre.