Partita lo scorso 5 maggio, InSight è giunta sulla superficie di Marte. È il quindicesimo veicolo a toccare il suolo marziano a partire dal 1971, quando si era posato il sovietico Mars 2. Altri prima avevano fallito, per questo quei sette minuti di discesa nell’atmosfera del pianeta Rosso erano cruciali: dopo aver percorso un tortuoso tragitto di mezzo miliardo di chilometri, il lander ha fatto tutto da solo, lasciando i ricercatori della Nasa come semplici spettatori, in attesa di sapere se il frutto del loro lavoro di dieci anni fosse rimasto intero e pronto a fare nuove scoperte su Marte.
So, how about a #MarsLanding today? You guys in? Tune in starting at 11 a.m. PT/2 p.m. ET: https://t.co/oig27aMjZd pic.twitter.com/iYXV8slrVX
— NASA InSight (@NASAInSight) November 26, 2018
La missione Insight (Seismic investigations, geodesy and heat transport) sarà la prima a studiare l’interno di un pianeta: un modo per saperne di più anche sulla formazione dei pianeti rocciosi del Sistema solare, compreso il nostro. Un sismografo ascolterà i terremoti, le vibrazioni causate dagli impatti di asteroidi e dalle attività sulla superficie come le tempeste e altri fenomeni atmosferici; una sonda che penetrerà fino a cinque metri sotto la superficie misurerà la temperatura interna e uno strumento radio esaminerà le fluttuazioni per avere indizi sulla natura del suo nucleo. Ormai da decenni, Marte è al centro dell’interesse dei ricercatori che si occupano di scienza planetaria. Il pianeta Rosso ha diverse cose in comune con la Terra ed è considerato una delle mete più probabili per le future esplorazioni con esseri umani oltre la Luna. Negli anni anche altri robot sono arrivati sul suolo marziano, come Curiosity (2012) e Opportunity (2004) ancora attivi.