Secondo una ricerca condotta presso la Princeton University e la New York University le persone con più di 65 anni tendono a condividere fino a 7 volte in più fake news rispetto ai giovani, contribuendo alla diffusione di informazioni sbagliate spesso pubblicate a fini politici e di propaganda. La ricerca è stata condotta esaminando le attività di migliaia di utenti prima e dopo le elezioni del 2016 negli Stati Uniti. I ricercatori hanno chiesto ad un campione di 3500 persone di installare sul proprio cellulare un’applicazione in grado di monitorare i comportamenti sul più celebre di social network. Lo studio, che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Science Advances, ha riscontrato che l’8,5% degli utenti analizzati ha rilanciato almeno una volta contenuti palesemente falsi. Ma il dato interessante arriva dalla distribuzione del comportamento nelle diverse fasce d’età: se appena il 3% degli iscritti tra i 18 e i 29 anni ha pubblicato una fake news, la percentuale arriva all’11% nel caso degli over 65.
I've been eagerly awaiting the publication of this study, which found that people aged 65+ shared fake news at a rate seven times that of young people. The kids are alright. https://t.co/QkXehB51ef
— Jeff (Gutenberg Parenthesis) Jarvis (@jeffjarvis) January 9, 2019
Quanto all’orientamento politico, tra gli utenti Repubblicani il 18% ha pubblicato e condiviso fake news, contro il 4% tra i Democratici. La netta differenza è dovuta al fatto che buona parte delle notizie false diffuse nel 2016 era in primo luogo indirizzata verso i conservatori, soprattutto per indurre gli indecisi a votare comunque per Trump. I ricercatori si sono limitati a esporre i dati, mentre non hanno fornito particolari valutazioni e conclusioni sul perché le persone più anziane tendano a credere e a diffondere notizie false. La scarsa competenza su come funziona internet gioca un ruolo importante, ma è molto difficile valutare quanto una persona sia preparata, anche a prescindere dalla sua età. I risultati della ricerca dimostrano comunque che non c’è solamente la responsabilità degli utenti: molte informazioni false nel 2016 sono circolate, e continuano a circolare, proprio per come sono fatti e funzionano i social network.