Mai un buco nero era stato fotografato. Fino ad oggi ci si doveva basare sulle ricostruzioni computerizzate basate sui dati ottenuti, come l’immagine di Gargantua, il gigantesco buco nero del film “Interstellar”. Ora le prime immagini di M87, un buco nero a 54 milioni di anni luce da noi nell’Ammasso della Vergine, sono mostrate al mondo dai circa 200 scienziati del progetto Event Horizon Telescope.
📸 È la prima prova visiva diretta di un buco nero e della sua ombra. È l’immagine dell’orizzonte degli eventi del buco nero al centro della galassia Messier 87, scattata dall'@ehtelescope, a cui partecipano ricercatrici dell’INFN e dell’INAF #EHTblackhole https://t.co/oOjeS7FdJJ pic.twitter.com/lKTnNh5DEW
— INFN (@INFN_) April 10, 2019
Sono passati 100 anni esatti dalla prima immagine che rivoluzionò la Fisica moderna anche agli occhi del grande pubblico. Quella scattata durante l’eclissi di Sole del 29 maggio 1919 diede al mondo la prova che la teoria della Relatività Generale di Einstein era corretta. Sulla pellicola di Sir Arthur Stanley Eddington comparivano stelle in una posizione diversa da quella che avrebbero dovuto occupare: era la prova che il campo gravitazionale del Sole è in grado di piegare anche la luce, predizione fondamentale della teoria della Relatività Generale.
Ora siamo davanti a un altro disco nero: la foto è stata sviluppata grazie all’osservazione simultanea di otto radiotelescopi in tutto il globo. E dopo anni di osservazioni e analisi, presentata in sei conferenze stampa internazionali dal progetto Event Horizon Telescope (Eht), che ha visto coinvolti una sessantina di istituti scientifici nel mondo, tra cui l’Istituto Nazionale di Astrofisica. La massa del buco nero è quasi sette miliardi di volte quella della nostra stella, il suo diametro 40 miliardi di chilometri, oltre 260 volte la distanza Terra-Sole, abbastanza da contenere tutto il Sistema solare.