State per addentare un panino e avvertite uno strano click, magari accompagnato da dolore alla mandibola? È una circostanza molto più frequente di quanto si pensi, spesso accompagnata da altri disturbi tutti a carico dell’articolazione temporo-mandibolare, quella che connette la mandibola al cranio e che entra in azione ogni volta che si apre la bocca per masticare, parlare, ridere e sbadigliare.
Il rumore dell’articolazione temporo-mandibolare è causato dal cattivo posizionamento del disco articolare, frapposto tra l’osso temporale del cranio e il condilo mandibolare. Quando si avvertono gli scatti, che in qualche caso possono addirittura bloccare la mandibola in apertura o in chiusura della bocca, ci si trova davanti a una mancanza di coordinazione fra disco articolare e articolazione, che ha una causa patologica e richiede un’attenta diagnosi e una specifica terapia. Solitamente è accompagnato da dolore acuto localizzato ma anche da mal di testa, da dolori musco-tensivi alla cervicale, e nei casi più gravi coinvolge l’orecchio e causa vertigini e perdita di equilibrio.
I fattori che possono essere coinvolti sono numerosi, quelli più spesso chiamati in causa sono i problemi di malocclusione (la scorretta sovrapposizione delle arcate dentarie, di solito conseguenza della perdita dei denti posteriori),a cui spesso si associa il bruxismo. Quest’ultimo disturbo comporta il serramento dei denti con movimenti involontari della mandibola e ha il più delle volte un’origine emotiva. Ma anche infiammazione locale, incidenti e traumi, l’eruzione dei denti del giudizio, ascessi dentali, otiti e parotiti possono rientrare fra le cause scatenanti.
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Quando il “click” mandibolare diventa cronico si possono instaurare anche fenomeni artrosici o di rimodellamento del condilo che possono aumentare ulteriormente il disturbo. Raramente e solo nel dislocamento cronico si può parlare di lassità legamentosa o di lesione permanente del disco articolare, da usura o rottura. Intervenire nelle fasi iniziali spesso aiuta a risolvere il problema in meno tempo e sostenendo meno spese, e dà la possibilità di privilegiare un approccio terapeutico conservativo evitando così la degenerazione dei sintomi e il ricorso alla chirurgia.
Se il disturbo è lieve e solo occasionale non occorrono particolari provvedimenti, se non l’eventuale ricorso a terapie sintomatiche, per esempio con farmaci miorilassanti che riducono la tensione muscolare, o analgesici per alleviare il dolore. Se invece il problema persiste, e magari tende anche a peggiorare, è utile un attento studio delle arcate dentarie. Qualora si evidenzino problemi di malocclusione occorre correggerli con terapie ortodontiche o con protesi che sostituiscano gli elementi dentari mancanti. Se a prevalere è il bruxismo, risulta utile il ricorso a specifici bite.