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Che la tua famiglia celebri il Natale o altre festività, dicembre potrebbe essere un mese di starnuti, occhi rossi, naso chiuso e difficoltà respiratorie. Se è vero che raffreddori e influenza sono comuni in questo periodo dell’anno, è possibile che non siano loro la causa del tuo disagio. I veri colpevoli potrebbero essere gli allergeni presenti sull’albero di Natale, in agguato nel tuo salotto o sulla moltitudine di pini esposti ovunque, dai centri commerciali alle stazioni della metropolitana. Polvere e muffe accumulate nei ripostigli contaminano le decorazioni per l’albero di Natale provocando crisi allergiche e asma. Con il dottor Fabio Di Claudio, specialista in Allergologia e Immunologia presso il Centro Medico San Marco di Milano, abbiamo parlato di allergie respiratorie.
Che cosa sono le allergie respiratorie?
Le allergie respiratorie sono reazioni scatenate da allergeni che entrano in contatto con l’organismo attraverso l’aria respirata, provocando disturbi prevalentemente a carico dell’apparato respiratorio. Si distinguono forme allergiche stagionali, che compaiono cioè solo in determinati periodi dell’anno, e forme croniche, provocate da allergeni perenni con i quali si può entrare in contatto quotidianamente.
Quali sono gli allergeni che causano allergie respiratorie?
Sono quelli che inaliamo poiché veicolati dall’aria. Possiamo parlare di allergeni stagionali: i famosi pollini di cui l’aria respirata è satura solo in certi periodi dell’anno (stagione pollinica), quando le piante disperdono il loro polline per riprodursi. Le principali responsabili sono soprattutto: graminacee, urticacee, composite e betulacee (ciascuna di queste ha il proprio periodo di fioritura). E allergeni perenni che sono presenti nell’aria tutto l’anno. Esistono anche allergeni inalati sul posto di lavoro e pertanto definiti professionali.
Cosa sono le allergie perenni?
Come suggerisce il nome stesso, l’allergia perenne non si affaccia solo in un determinato periodo ma è può manifestarsi in qualunque momento dell’anno o per tutto l’anno. Gli allergeni perenni, quindi presenti tutto l’anno, sono gli acari della polvere domestica, alcune muffe (es. alternaria, aspergillus, cladosporium) e i derivati animali (es. cane, gatto, cavallo, coniglio, criceto).
Perché il Natale è un periodo a rischio allergie?
In questo periodo dell’anno a scatenare le allergie possono essere gli allergeni, per lo più invisibili, che sono presenti negli alberi, sia veri sia finti, ma a volte anche nelle decorazioni necessarie per addobbarli. Si tratta la maggior parte delle volte di muffe o polveri che si annidano in questi oggetti facilitati dal fatto che rimangono inutilizzati per molto tempo tra un Natale e l’altro. Uno studio dell’American Christmas Tree Association pubblicato su Annals of Allergy, Asthma and Immunology ha scoperto che sugli alberi di Natale veri possono trovarsi circa 50 diversi tipi di muffe. Di questi, circa due terzi sarebbero in grado di innescare reazioni simili all’allergia ai pollini o alle altre muffe che si possono trovare in ambienti umidi o poco puliti.
Quali sono i sintomi delle allergie respiratorie?
Le allergie respiratorie si manifestano prevalentemente con rinite o asma. La rinite allergica, detta anche raffreddore da fieno, è una reazione infiammatoria delle prime vie respiratorie (soprattutto a livello della mucosa del naso) e degli occhi, dovuta all’inalazione degli allergeni. Si manifesta con alcuni sintomi caratteristici: starnuti, naso chiuso e gocciolante, prurito alla gola e al naso, occhi rossi e che lacrimano. L’asma, invece, è una malattia su base allergica caratterizzata fondamentalmente da un’ostruzione delle vie respiratorie. Si manifesta con episodi improvvisi o graduali, in cui l’inalazione dell’allergene provoca ispessimento dei bronchi e la contrazione della loro muscolatura. Ciò rende il passaggio dell’aria più difficoltoso, determinando crisi respiratorie, respiro sibilante, senso di costrizione toracica e tosse.
L’allergia può favorire l’insorgenza di asma?
Secondo gli studi, chi è allergico ai pollini e agli aergeni inalanti ha un rischio di diventare asmatico significativamente superiore rispetto ai non allergici. Inoltre, il rischio di sviluppare l’asma bronchiale tende ad aumentare se non viene adeguatamente trattata la rinite allergica. Risulta quindi determinante sottoporsi ad un opportuno iter diagnostico e e ricevere il corretto trattamento nel più breve tempo possibile.
Come si fa la diagnosi?
La diagnosi dell’allergia agli acari della polvere prevede anzitutto una corretta anamnesi (raccolta delle informazioni riguardanti i sintomi e le condizioni in cui si manifestano), seguita dall’esecuzione dei test allergologici cutanei (prick test) ed eventualmente laboratoristici (ricerca delle IgE specifiche nel sangue). Il prick test prevede l’applicazione di alcune gocce di allergene purificato (nel caso in esame, un estratto degli acari della polvere) sulla pelle, in genere sull’avambraccio, che viene successivamente punta con una lancetta monouso per favorire la penetrazione della sostanza attraverso gli strati più superficiali della cute. Dopo circa 15-20 minuti si valuta visivamente l’eventuale reazione cutanea ottenuta in corrispondenza di ogni allergene precedentemente posizionato: in caso di allergia è possibile osservare la comparsa di rossore e gonfiore locale (pomfo), accompagnato da prurito. La ricerca delle IgE specifiche può essere utile per convalidare il risultato del prick test, e viene eseguita mediante un prelievo di sangue.
Quali sono gli esami per diagnosticare l’asma?
L’esame principale per la diagnosi di asma bronchiale è la spirometria. Qualora la spirometria rilevasse un’ostruzione bronchiale, sarà necessario verificare se un broncodilatatore possa eliminare o ridurre la suddetta ostruzione (test di broncodilatazione). La spirometria rappresenta il più semplice e comune test di funzionalità respiratoria in grado di misurare i volumi polmonari, sia quelli dinamici (ossia quelli che vengono mobilizzati dagli scambi respiratori attivi) sia quelli statici, e permette solitamente di distinguere tra asma bronchiale e Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva. I pazienti affetti da BPCO e asma presentano entrambi una bronco-ostruzione: tuttavia, nel paziente asmatico la somministrazione di un broncodilatatore a breve durata d’azione (solitamente salbutamolo) determina generalmente il ritorno alla normalità dei volumi polmonari e la scomparsa della suddetta ostruzione; si dice quindi che l’ostruzione è reversibile. Nei pazienti affetti da BPCO, la bronco-ostruzione permane anche dopo l’inalazione del broncodilatatore (ostruzione irreversibile).
Come si curano le allergie respiratorie?
La terapia farmacologica prevede principalmente l’utilizzo di antistaminici e corticosteroidi, da assumere per via orale, nasale, oculare o inalatoria, eventualmente associati a broncodilatatori. Molti pazienti non riescono, però, ad ottenere una completa risoluzione dei sintomi attraverso la combinazione di farmaci e bonifica ambientale. Inoltre, la suddetta terapia farmacologica non è in grado di eliminare la sensibilizzazione all’allergene, per cui i sintomi tendono a manifestarsi puntualmente alla sospensione della terapia. Pertanto, spesso è possibile valutare il ricorso alla immunoterapia allergene-specifica, un trattamento a lungo termine che ha l’obiettivo di rimodulare la risposta del sistema immunitario all’allergene, riducendone la sensibilizzazione e conseguentemente eliminando i sintomi alla radice, o quantomeno limitandone la gravità.
Che cos’è l’immunoterapia allergene specifica?
L’immunoterapia, impropriamente chiamata “vaccino” per le allergie, rappresenta l’unica vera terapia risolutiva, poiché in grado di intervenire sui meccanismi immunologici alla base dell’allergia. È un trattamento che consiste nella somministrazione, per via sottocutanea o per via sublinguale, di un estratto degli allergeni interessati a dosi progressivamente crescenti, il che induce una modificazione della risposta immunitaria dell’organismo nel periodo di esposizione all’allergene.