Tutta colpa degli Abba. Se i “musical jukebox” dilagano sui palcoscenici di Broadway il motivo è legato allo straordinario successo di “Mamma Mia!”. Quel sempliciotto spettacolo su un matrimonio sull’isola greca, con una colonna sonora composta interamente da successi riciclati degli Abba, debuttò nel 2001 raggiungendo la cifra record di 30 milioni di spettatori nel mondo. C’erano stati alcuni precedenti, per lo più espliciti tributi come Beatlemania ed Elvis, ma è stato con “Mamma Mia!” che il musical jukebox è diventato un “comforting entertainment”, un intrattenimento di conforto, per gli amanti del teatro di New York scioccati dagli attentati dell’11 settembre, costringendo i produttori a copiare quel modello.
Le porte si sono aperte a un diluvio di imitatori che sembrava espandersi ogni anno. Oltre cento solo in questo primo ventennio, contro gli appena diciotto del secolo scorso. E con la nuova stagione la lista si allungherà. Il primo grande nuovo musical di Broadway della stagione 2019-20 sarà “Moulin Rouge! The Musical”. È un’opera che combina in un unico pacchetto sfarzoso le due formule più diffuse della creatività Xerox a Broadway: il teatro ispirato a film e musical con canzoni evergreen. Un po’ sullo stile delle case discografiche che attingono a piene mani nei loro cataloghi per far fronte alla crisi del mercato. Si punta sull’usato sicuro. “Moulin Rouge!” non è infatti altro che un assemblaggio standard di parti pre-usate. Come il film di Baz Luhrmann, è un commento spiritoso sull’inevitabilità della musica pop nei nostri ricordi romantici. “Girl From the North Country” è invece un musical meditabondo strutturato attorno al lavoro di Bob Dylan, che inizia le anteprime di febbraio a Broadway. Ambientato in una pensione del Minnesota durante la Grande Depressione, “Girl From the North Country” colloca canzoni di Dylan, familiari e non, tra un assortimento di anime itineranti che sembrano pietre rotolanti. Sulla scia arriverà “Jagged Little Pill”, che ha debuttato lo scorso anno all’American Repertory Theatre di Boston. Il musical intreccia le canzoni dell’omonimo album del 1995 di Alanis Morissette con il ritratto di una famiglia di periferia contagiata da malattie che includono dipendenza da oppiacei, razzismo e violenza sessuale.
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Dal successo cinematografico dei biopic su Freddie Mercury ed Elton John nasce il bio-musical, un sottogenere del “musical jukebox”. L’esempio più recente a Broadway è “The Cher Show”. La nuova stagione porterà Tina: “The Tina Turner Musical”, già un successo a Londra, diretto da Phyllida Lloyd di “Mamma Mia!”. Tina onora rispettosamente il profilo bio-musicale ormai classico e i suoi cliché: avversità, successo, trionfo prima del sipario finale. Ed ancora “Jersey Boys” (in Italia dal 20 al 29 marzo a Milano), con John Lloyd Young nei panni di Frankie Valli, e “Beautiful” sulla vita di Carole King. Tutti vincitori degli ambiti Tony’s Awards.
Infine, in tema di musica, tra teatro, concerto e bio-musical c’è il nuovo filone aperto nel 2017 dallo spettacolo trionfale di Broadway di Bruce Springsteen. A seguire le orme del “Boss del rock” sarà il compositore e interprete David Byrne con “American Utopia”, una versione teatrale del suo album solista del 2018 diretto da Mr. Timbers (“Moulin Rouge”). L’ex leader dei Talking Heads, in una recente intervista, ha affermato che «sebbene “American Utopia” sia abbastanza diverso da “Springsteen on Broadway”, è stato incoraggiato dal vedere come Springsteen, nei primi cinque minuti del suo show, abbia cancellato ogni aspettativa degli spettatori sul fatto che quello al quale stavano per assistere fosse un concerto». In altre parole, tieni la mente aperta. A volte anche un jukebox può volare oltre le aspettative.
Anche l’Italia si adegua alle nuove tendenze. Lo storico album “Burattino senza fili” di Edoardo Bennato del 1977 diventa “Pinocchio Reloaded – Favola di un burattino senza fili”, un musical graffiante, prodotto da Show Bees e NewStep, per la regia di Maurizio Colombi. Le date già annunciate sono dal 22 novembre al 15 dicembre al Teatro degli Arcimboldi di Milano. Dal 26 settembre al 27 ottobre, invece, andrà in scena al Teatro Nazionale di Milano “Balliamo sul mondo”. Protagonisti tredici giovani che in due atti e lungo diciannove canzoni storiche di Ligabue si raccontano (e cantano) nell’arco di un decennio da un Capodanno all’altro. «La scrittura e la regia di Balliamo sul mondo sono state uno dei “viaggi” più belli della mia vita: mentre scrivevo mi batteva forte il cuore per le sorti dei tredici protagonisti» racconta Chiara Noschese, che ha scritto il testo (al quale ha contribuito lo stesso Liga) e cura la regia. «La musica di Luciano traghetta, con decisione, nell’emozione… l’emozione di una storia semplice, una storia di tutti e per tutti».