Mal di schiena, dolori al collo, gambe indolenzite sono i disturbi più diffusi che il periodo di quarantena ha lasciato sul corpo di un italiano su due. Colpevoli la sedentarietà e le posture scorrette assunte durante le lunghe giornate passate tra divano e scrivania. E così in molti hanno sviluppano contratture e irrigidimento muscolare della colonna oppure sono andati incontro al riacutizzazioni di un mal di schiena ormai cronico. L’osteopata Gianluca Barca, diplomato presso E.F.S.O di Parigi, ci darà una serie di consigli utili a prevenire e contrastare fastidi e dolori, causati da sedentarietà e posture scorrette.
«Sicuramente la quarantena ha giocato un ruolo determinante per la salute del nostro apparato muscolo scheletrico – spiega Barca – C’è chi si è trovato costretto a eliminare del tutto o a ridurre drasticamente i propri allenamenti e ha dovuto fare i conti con una perdita del tono muscolare e una riduzione della coordinazione neuromuscolare, con conseguente sovraccarico articolare. E chi, invece, si è trovato a dover cambiare abitudini, magari passando allo smart working, caricando o sovraccaricando in modo diverso schiena, spalle e polsi per un overdose di tecnologia. Ad esempio le lunghe ore passate a lavoro davanti al pc o con lo smartphone in mano, possono provocare dolori e tensioni a carico di spalle e collo derivanti dalla postura scorretta e innaturale che assumiamo».
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Quali sono le aree più soggette a dolore?
«Le zone più a rischio della colonna vertebrale sono l’area cervicale e quella lombare. Basta uno sforzo non adeguato, uno scorretto allineamento posturale tra capo, collo e spalle mantenuto a lungo, per esempio con il capo flesso, al pc o al banco da lavoro, ed ecco che compare il dolore alla cervicale. L’assunzione di posture scorrette e l’esecuzione di sforzi, senza le dovute precauzioni, possono favorire anche un sovraccarico biomeccanico della colonna lombare con il ben noto mal di schiena».
Che cosa bisogna fare in caso di dolore cervicale o lombare?
«In fase acuta per alleviare il dolore si può ricorrere a farmaci antinfiammatori, mentre successivamente anche l’osteopatia può essere d’aiuto. Ma la migliore terapia resta sempre la prevenzione. A tal proposito, diversi studi dimostrano l’importanza di un uso appropriato del rachide e di un’adeguata efficienza dei muscoli che su di esso agiscono, pertanto una muscolatura addomino-lombare tonica può fare un eccellente lavoro nello stabilizzare le vertebre evitando situazioni dolorose».
Cosa fa l’osteopatia in questi casi?
«L’osteopata in una prima fase, in seguito a un’attenta anamnesi remota e prossima del paziente e a una visione dei diversi esami di routine, esamina la postura del paziente. La diagnosi osteopatica consiste in una valutazione della funzionalità del paziente, con un esame palpatorio dei tessuti e dei test osteopatici funzionali (nei limiti delle possibilità del paziente, nel caso si trovasse in una fase acuta del dolore), test ortopedici e neurologici. Solo così l’osteopata sarò in grado di riequilibrare le strutture in disfunzione, determinando nuovi adattamenti posturali e ripristinando le funzioni fisiologiche con conseguente diminuzione o cessazione del dolore».
E sul fronte della prevenzione?
«Visto che il dolore alla cervicale e la lombalgia sono spesso associati a posture scorrete, è utile una rieducazione posturale. Inoltre per una buona funzionalità della colonna vertebrale è molto importante eseguire esercizi di stretching e di rinforzo muscolare. Per salvaguardare la schiena, oltre a imparare a stare seduti o in piedi in modo corretto, è importante anche non mantenere a lungo la stessa posizione e muoversi spesso. Ad esempio, quando si sta seduti a una scrivania, idealmente bisognerebbe cercare di mantenere i gomiti sul tavolo ad angolo retto, le ginocchia anch’esse ad angolo retto con i piedi ben posati sul pavimento o un poggiapiedi e la schiena appoggiata allo schienale. E ogni ora occorre fare delle pause, distrarsi, muoversi un po’».