«Meno di due anni per sconfiggere la pandemia». È questo l’auspicio del direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus sui tempi necessari per uscire dall’incubo del Covid. Le ondate precedenti, come l’influenza spagnola del 1918, «ci misero due anni per finire», rispetto ad allora abbiamo «lo svantaggio» di essere più connessi, con una maggiore circolazione del virus, ma il «vantaggio» di avere a disposizione «la tecnologia per fermare il virus».
«Nessun paese potrà uscirne fino a quando non avremo un vaccino per il Covid-19», ha avvertito il direttore generale dell’Oms, sottolineando comunque che il vaccino potrebbe non bastare. «Un vaccino sarà uno strumento vitale e speriamo di averlo il più presto possibile. Ma non vi è garanzia che l’avremo e anche se ci sarà non basterà a far cessare la pandemia», ha aggiunto Tedros.
Intanto i casi in tutto il mondo hanno superato la soglia dei 22 milioni e 700 mila contagi. Gli Stati Uniti restano il paese più colpito dalla pandemia di coronavirus al mondo, con almeno 174.504 morti su 5.589.013 contagiati, secondo i numeri forniti dalla Johns Hopkins University. Seguono Brasile (con oltre 3 milioni e mezzo di casi), India (a poco meno di 3 milioni di contagi) e Russia (con 944 casi totali).
Anche in Europa la curva del contagio continua a salire. Se in Italia preoccupa la crescita del contagio (947 nuovi casi in un giorno e 9 morti), negli altri paesi la situazione risulta ancora più critica. La Francia ha registrato un nuovo aumento dei casi di Covid-19: nelle ultime ore è stato raggiunto il picco di 4.771 nuovi contagi dalla fine del lockdown. In Spagna i numeri dei nuovi contagiati continuano a salire portando il totale a 386.054 dall’inizio dell’epidemia. In Germania sono stati registrati nelle ultime 24 ore 2.034 nuovi contagi da coronavirus. Un trend ancora in crescita che rappresentavano il livello più alto dalla fine di aprile.