In tempi in cui tutti sono alla ricerca di ricette miracolose per uscire dalla crisi causata dal Covid-19, anche nel turismo si cercano delle soluzioni valide per far ripartire un settore che in Italia vale tra il 12 e il 13% del Pil. Nel volume “Visioni Turistiche. Marketing, cultura e tendenze”, edito da Maurfix, Debora Calomino, giornalista e cultore della materia “Marketing Turistico e Territoriale” presso l’Università della Calabria, offre una serie di riflessioni legate ai temi del viaggio e del marketing territoriale per comprendere le ricadute che il turismo ha nella società attuale.
Nel testo vengono trattate alcune tipologie di turismo, particolari nicchie di mercato che potrebbero essere un’idea per gli operatori del settore per attrarre nuovi flussi. Ma non mancano anche riferimenti alla situazione attuale che ha messo in ginocchio l’economia, con uno sguardo al ruolo della tecnologia e dei social nello sviluppo e nella promozione del territorio. Completato durante il lockdown il volume suggerisce idee e iniziative per superare l’emergenza coronavirus e rilanciare un settore in crisi.
Come nasce l’idea di un volume su turismo e marketing territoriale?
«Da anni ormai mi occupo di turismo e marketing territoriale e il volume “Visioni Turistiche. Marketing, cultura e tendenze” rappresenta la sintesi dei miei studi e dell’esperienza maturata in questo settore. L’idea di mettere insieme queste riflessioni, scritte e raccolte nel corso degli anni, nasce dalla volontà di sensibilizzare all’amore per il territorio. Una considerazione che mi sono sempre portata dietro nel corso della mia formazione e della mie esperienze lavorative in questo settore è che per fare del buon turismo bisogna puntare sulla qualità della vita dei residenti perché sono loro i primi fruitori di un territorio e, quindi, se un territorio non riesce ad essere vivibile per i residenti non avrà nulla da offrire ai turisti. Il turismo fa parte di tutti noi e tutti dobbiamo fare la nostra parte per renderlo sempre più accessibile e sostenibile».
Perché “visioni turistiche”?
«Il termine “visioni” evoca insieme l’idea di un sogno ma anche di una realtà visibile. Il titolo mi è stato suggerito da una cara amica ma l’ho subito fatto mio perché racchiude la mia idea percezione di turismo. Nel volume cerco di rispondere alle curiosità che anche la gente comune può avere riguardo questo argomento. Così come chi si occupa di turismo potrà trovare qualche spunto per differenziare la sua offerta, chi non è del settore può rispecchiarsi nelle figure di viaggiatore di cui parlo, perché alla fine il turismo ci riguarda tutti da vicino. Non è solo un libro per addetti ai lavori o per studenti di discipline turistiche, è un saggio che consente a chi è semplicemente curioso di avvicinarsi a questo tema, oggi più che mai considerato importante per le politiche di valorizzazione territoriale».
Perché la scelta di pubblicare un libro sul turismo nel bel mezzo di pandemia globale che ha assestato un duro colpo al settore?
«Perché non c’è momento migliore di questo per parlare di turismo. Insieme all’editore Maurizio Andreanò abbiamo scelto di pubblicare l’ebook in questo particolare momento storico perché appena l’emergenza sanitaria sarà passata avremo bisogno di idee e iniziative per rimetterci in piedi e il turismo sarà uno dei settori più importanti per il rilancio. Nel volume infatti parlo di varie tipologie di turismo, con spunti per differenziarsi sul mercato e riflessioni che possono essere utili per una ripartenza. Inoltre, con la scelta di farlo uscire solo in formato digitale abbiamo voluto lanciare un chiaro messaggio. Passarsi tra le mani un oggetto in questo periodo non è una cosa raccomandabile invece l’ebook, facilmente scaricabile su tablet, smartphone e sui supporti di lettura digitale, permette di averlo nell’immediato con un notevole risparmio di carta e di denaro».
In che modo il settore turistico può uscire dalla crisi generata dall’emergenza Covid?
«Una volta che ci sarà una cura e magari anche un vaccino per il Covid-19 la gente avrà voglia di tornare a viaggiare e scoprire nuovi posti. E sarà allora che i territori devono mostrarsi pronti per accogliere al meglio i viaggiatori puntando sulle competenze, sulla sostenibilità e soprattutto cercando di fare rete tra gli operatori. Il turismo del prossimo futuro, in linea con quanto già accaduto questa estate, sarà domestico e di prossimità, alla scoperta di un’Italia meno nota e dei suoi tanti tesori nascosti. Ma per ripartire bisognerà valorizzare al meglio le risorse e le peculiarità che ciascun territorio possiede e lavorare anche sulla qualità della vita dei residenti».
E l’Italia è pronta a ripartire?
«Nessun Paese sarà veramente pronto a ripartire fin quando ci saranno restrizioni e lockdown. Ma nonostante l’emergenza sanitaria, che tra i primi ha colpito proprio il nostro Paese, c’è tanta voglia di Italia. I turisti stranieri sognano ancora il viaggio nel Belpaese. La nostra arte, la nostra gastronomia, le bellezze paesaggistiche, ma anche il modo di vivere all’italiana hanno un forte appeal all’estero. E dobbiamo sfruttare al meglio questo periodo di pausa forzata dovuta al coronavirus dobbiamo riflettere su come indirizzare l’offerta turistica. Ci sono ancora tante cose da fare per rendere l’Italia un Paese ancora più accogliente. E siccome in questo periodo abbiamo capito quanto è importante il turismo per l’economia dei territori dobbiamo investire tempo, risorse e competenze per far ripartire al meglio questo settore».
E “Visioni turistiche” può aiutare i territori a comprendere e sfruttare al meglio questa possibilità?
«Forse tutto questo, come dicevo prima, è servito per capire l’importanza delle cose che di solito diamo per scontate, tra cui purtroppo c’è pure il turismo. E “Visioni turistiche” può offrire spunti e idee per differenziare l’offerta e attrarre nuovi flussi. Nel volume, infatti, affronto diverse tipologie di turismo, con riferimento a particolari nicchie di mercato come ad esempio il dark turism, una forma di turismo molto diffusa in Inghilterra legata alla scoperta di leggende e luoghi del mistero. Quindi anche in Italia un piccolo borgo che magari possiede un castello su cui si narrano storie misteriose può attraverso una attenta campagna di promozione attrarre nuovi viaggiatori. Un’altra opportunità che l’Italia può sfruttare nell’era post-Covid è il turismo halal per i viaggiatori di fede islamica. Ci sono delle piccole accortezze, dal cibo agli spazi per la preghiera, che un albergatore può mettere in pratica per attrarre i turisti musulmani. Basta semplicemente studiare quello che potrebbe essere un settore redditizio e adattarlo alla vocazione del territorio. Un altro esempio che trovate nel libro è il turismo di radice, i viaggi alla riscoperta della terra dei propri avi, molto diffuso in Italia perché per tutta la prima metà del Novecento sono stati tanti gli italiani che si sono trasferiti oltreoceano in cerca di fortuna. E quindi molti territori, soprattutto al Sud, possono investire sul ritorno dei figli e dei nipoti che vogliono scoprire i luoghi di origine della propria famiglia».
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Quanto può essere importante la comunicazione e un sapiente uso dei social per rilanciare il settore turistico?
«I social sono un anello fondamentale della comunicazione turistica. Negli ultimi anni i social legati alle immagini, come Instagram, hanno contribuito a far conoscere al grande pubblico i territori lontani dalle più tradizionali mete di viaggio. Anche qui la competenza è fondamentale. Ma il bello dei social dal punto di vista turistico è che sono contagiosi. Alcuni posti sconosciuti sono diventati luoghi di attrazione perché magari un influencer è andato lì a scattarsi una foto e così in tanti arrivano lì per scattarsi la medesima foto e rivivere la stessa esperienza. Anche a me è capitato di aver visto sui social una foto di Vietri postata da una blogger, una immagine suggestiva che ha messo in me la voglia di andare a visitare quella spiaggia. I social network sono quindi fondamentali per comunicare le destinazioni turistica. E anche durante il lockdown sono stati i social a tenere accesa la fiammella del sogno. Quella speranza di tornare al più presto a viaggiare e scoprire nuovi territori».
Il libro in formato digitale già a qualche giorno dalla sua pubblicazione è risultato tra le novità più interessanti di Amazon. Che emozioni ha provato?
«Quando l’ho scritto il mio unico obiettivo era quello di rendere il tema del turismo e del marketing territoriale accessibile a tutti. Il mondo del turismo è così vasto che mi piaceva l’idea di raccontare in maniera semplice cosa spinge un turista ad intraprendere un viaggio o come valorizzare un territorio partendo dalle proprie risorse e peculiarità. Perché il turismo alla fine ci riguarda tutti da vicino, quindi con “Visioni turistiche” ho cercato nel mio piccolo di portare l’argomento al di fuori dalla ristretta cerchia degli addetti ai lavori. E a quanto pare un po’ ci sono riuscita perché ancora oggi il volume risulta tra le novità più interessanti di Amazon nelle categorie “Industria e studi di settore” e “Industria di servizi”. E non posso che esserne felice perché la condivisione della conoscenza è molto importante».