«La sensazione diffusa è che non si andrà verso un ulteriore inasprimento delle misure restrittive: la risposta che il settore ha dato al governo dopo gli ultimi controlli è stata più che positiva. Le norme vengono rispettate, l’incidenza di chi frequenta le strutture e i malati di Covid è bassissima, pari all’1 per mille. Non c’è motivo di chiudere tutto, al momento». A sostenerlo, e augurarselo, è Giampaolo Duregon, presidente dell’Associazione Nazionale Impianti sportivi e Fitness.
Dopo lo scontro nel Governo, tra il ministro della Salute Speranza, che avrebbe voluto chiudere subito palestre e attività sportive, e il ministro per le politiche giovanili e lo sport Spadafora, che si è opposto alla serrata del settore, la mediazione aveva portato a concedere una settimana, per valutare l’andamento dei contagi ed elaborare regole più restrittive.
Ma il nuovo Dpcm, che sarà emanato nelle prossime ore, sembra non risparmiare dalla chiusura palestre piscine e centri fitness. I danni che possono derivare alla filiera dello sportsystem erano stati denunciati già a marzo in occasione del primo lockdown dalle associazioni di categoria – Assosport, Assofitness e Anif-EuroWellness – secondo cui lo stop a centri, palestre, piscine e campi disseminati in tutta Italia metteva seriamente a rischio l’occupazione di più di 1 milione di persone che a vario titolo sono impegnati nel settore.
Come certificato dagli ultimi dati elaborati da Unioncamere e InfoCamere, l’universo imprenditoriale del fitness è rappresentato al 30 giugno 2019 da circa 23mila operatori. In particolare, si contano 5.167 imprese attive nella gestione degli impianti, 5.100 nella gestione di palestre e 4.986 club sportivi, cui si sommano 8.217 organizzazioni sportive e di promozione di eventi legati allo sport. Il giro d’affari stimato per le attività sportive non agonistiche legate al fitness in Italia è di circa 10 miliardi l’anno. Per quanto riguarda lo Sport Industry in senso lato, secondo i dati del Cerved, prima dell’emergenza Covid-19 , il comparto della produzione di attrezzature, calzature e abbigliamento di carattere sportivo ha raggiunto un fatturato annuo aggregato di 13 miliardi di euro.