Alla fine il premier Conte porta a casa, anzi al Consiglio europeo di oggi e domani, il via libera del Parlamento italiano alla riforma del Mes. Passa la risoluzione di compromesso della maggioranza giallorossa sul meccanismo di stabilità. Ma avrà non poche conseguenze nel Movimento 5 stelle, nel quale non votano a favore in 13 deputati e 2 senatori (con 9 assenti). E ha aperto anche una falla nella maggioranza con Italia Viva pronta a dare battaglia sul Recovery Plan.
Dopo aver ottenuto il “sì” alla Camera sulla comunicazione per la riforma del Mes, il premier Giuseppe Conte ha ottenuto il via libera anche a Palazzo Madama, con 156 voti a favore e 129 contrari. Un risultato non scontato visti i numeri risicati in Senato. La fronda di alcuni parlamentari Cinque Stelle ha delineato però un nodo politico, la cristallizzazione di un dissenso. «Non c’è solo un voto di fiducia, c’è anche una fiducia politica. E comunque un voto c’è», ha detto a Palazzo Madama il capo politico del M5s, Vito Crimi. «Leggetevi il Codice etico, si parla di rispetto del principio democratico di maggioranza, chi ha votato contro si prende le sue responsabilità. Il M5s è un’associazione politica solidale, non è un’azienda», ha aggiunto.
Il premier oggi può recarsi a Bruxelles con il via libera alla riforma del fondo salva-Stati. La risoluzione di maggioranza è, dunque, passata dopo un dibattito molto acceso, a cominciare dal duro intervento di Matteo Renzi. Rivolgendosi a Conte, il leader di Italia Viva ha chiarito che se il presidente del Consiglio vuole poltrone «le nostre sono a disposizione». «Per giocare pulito e trasparente – ha poi aggiunto – noi di Italia Viva diciamo: se nella manovra c’è un provvedimento sulla governance del Next generation Eu e se c’è un provvedimento sulla fondazione dei servizi segreti, noi votiamo contro. Lo diciamo per tempo».Parole che suonano come un utlimatum: «La task force non può sostituire il parlamento: dov’è il sindacato? Ma non è solo un problema di metodo, anche di merito. Come si fa a dare 9 miliardi alla Sanità».
Un attacco alla riforma del fondo Salva Stati è giunto anche dal leader della Lega Matteo Salvini. «Il Mes – ha sottolineato – è il Robin Hood al contrario, toglie soldi a chi ha bisogno per salvare le banche tedesche». Quanto al Mes sanitario, Salvini ha ribadito il suo “no”: «stiamo morendo di tagli, basta austerità». L’ex vicepremier ha anche lanciato un messaggio a Conte: «La Lega e tutto il centrodestra sono pronti a discutere» con il governo se al centro del confronto c’è «l’idea del futuro dell’Italia che abbiamo», ad esempio sui temi della disabilità, della sanità, del lavoro, del futuro dell’industria e delle infrastrutture, come l’ex Ilva di Taranto o il Ponte sullo Stretto.