Dopo le varianti inglese, brasiliana e sudafricana del coronavirus, dal Giappone arriva la variante giapponese. È caratterizzata dalla mutazione della proteina spike E484k, ribattezzata «Eek», che sembrerebbe sfuggire agli anticorpi generati da una precedente infezione da Covid e anche ai vaccini sviluppati finora. La notizia è arrivata da Tokio dove il 70 % dei pazienti ricoverati a marzo per Covid, in uno dei principali ospedali della capitale, il Tokyo Medical and Dental University Medical Hospital, e sui quali è stato realizzato il sequenziamento del virus, sono risultati infettati da questa variante. Il sequenziamento è stato realizzato su 14 pazienti; 10 erano stati contagiati dal virus mutato.
La scoperta di una nuova variante impensierisce anche perché il 23 luglio nel Paese dovrebbe tenersi l’Olimpiade, già rinviata lo scorso anno proprio per lo scoppio della pandemia. Si è già assistito a una nuova impennata di infezioni che ha investito in particolar modo la città di Osaka e altre due prefetture dell’arcipelago, Hyogo e Miyagi, dove sono entrate in vigore nuove misure restrittive per un mese, con bar e ristoranti chiusi alle 8 di sera.
Il fatto che più mutazioni si sviluppino nelle varianti di aree diverse del mondo non stupisce i ricercatori. Le mutazioni avvengono all’inizio casualmente nelle varie porzioni del virus. Quelle che offrono al microrganismo un vantaggio – o in termini di capacità di contagio o in termini di capacità di evadere la cattura da parte degli anticorpi – si diffondono e prendono il sopravvento. Finora le mutazioni che più hanno favorito Sars-Cov-2 sono state quella in posizione 614, diffusa la scorsa primavera in Europa e più contagiosa del ceppo di Wuhan. È stata probabilmente la mutazione che ha reso tanto disastrosa la prima ondata in Italia del Nord e ha alimentato anche la seconda.
L’attuale ondata europea invece riceve benzina dalla mutazione 501, presente ormai nel 90% di tutti i tamponi positivi. La mutazione 501, presente nella variante inglese, la rende più contagiosa. La mutazione 484 è tipica della sudafricana e della brasiliana, ma si ritrova ora anche nel ceppo giapponese: è preoccupante perché rende il coronavirus capace di sfuggire in parte agli anticorpi. Ma gli esperti rassicurano che, al momento, i vaccini di nuova generazione hanno dimostrato di non avere problemi con le varianti. Il lavoro di adeguamento non sarà difficile qualora ce ne fosse bisogno.