Priorità ai più anziani: il commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo ha firmato una nuova ordinanza per accelerare le vaccinazioni di over 80 e persone fragili, per poi proseguire seguendo il criterio dell’età. Un’esigenza dettata dalle circostanze, visto che il vaccino AstraZeneca può essere ora somministrato solo a chi ha più di 60 anni. Mentre in alcuni Paesi europei la campagna vaccinale ha avuto una accelerazione.
Il record è della Germania che questa settimana ha più che triplicato le dosi somministrate giornalmente, superando quota 700mila. Un cambio di passo aiutato dai medici di base, ora coinvolti nella somministrazione dei vaccini anti-Covid. Ha superato il tetto delle 500mila fiale inoculate in un giorno la Francia. Anche la Spagna sta cambiando marcia: dalle 277mila fiale di martedì è passata in tre giorni a oltre 450mila. Per questa accelerazione dieci ospedali sono stati adibiti a centri vaccinali e così pure il mega palazzetto dello Sport della capitale.
Sono passati più di tre mesi dall’inizio della campagna di vaccinazioni contro il coronavirus ma in Italia solo il 38,79% degli over 80 è stato vaccinato con il richiamo. Solo il 68,20% del totale ha ricevuto almeno una somministrazione. Una percentuale ben lontana dall’obiettivo dichiarato più volte prima dal governo Conte e poi dal governo Draghi. Ancora più basse le percentuali che riguardano gli italiani tra i 70 e i 79 anni: in quella fascia d’età è stato vaccinato solo il 2,48%, e solo il 19,89% ha ricevuto la prima dose. I numeri sono più incoraggianti per quanto riguarda gli ospiti delle Rsa: il 75,53% è stato vaccinato completamente, e la prima dose è stata somministrata al 91,25%. Più alti anche i numeri tra i sanitari: il 75,29% ha avuto la doppia dose di vaccino, e il 91,63% almeno la prima.
Ma il problema che accomuna tutti i Paesi europei è la ridotta disponibilità di dosi. Con i tagli ai rifornimenti di AstraZeneca, i rinvii di Johnson & Johnson (la sua somministrazione nei Paesi Ue non è ancora partita, i primi rifornimenti, ridotti, sono previsti entro fine mese) e le consegne esigue di Pfizer, l’accelerazione delle vaccinazioni subirà presto uno stop. Ci sono Paesi che hanno lavorato meglio dell’Italia sulle età e sono riusciti a mettere in sicurezza prima le fasce più deboli della popolazione. E la fotografia attuale dice che dopo un inizio della campagna da prima della classe, oggi l’Italia è dietro a Berlino, Madrid e Parigi per percentuale di abitanti che hanno ricevuto almeno una dose.
Per rimediare alle carenze di scorte, la Germania e altri Paesi europei hanno aperto nei giorni scorsi al vaccino russo Sputnik V, ancora in attesa di ricevere il via libera dell’Ema. Ma considerata la scarsa capacità produttiva per questo siero e anche quanto successo alle forniture inviate in Slovacchia (la composizione del vaccino era diversa dal previsto, secondo Bratislava), la soluzione non è a portata di mano.