Non capitava da undici anni. Ed è arrivato dopo nove titoli consecutivi dei rivali della Juventus. Questo spiega, ma non giustifica, i festeggiamenti visti ieri in piazza del Duomo a Milano, dopo la vittoria dello scudetto da parte dell’Inter. La domanda che tutti si pongono è se questo assembramento possa causare un aumento dei casi di positività al Sars-CoV-2 a Milano? Gli esperti sono tutti d’accordo: gli assembramenti dei tifosi dovevano essere evitati e non si può non pensare alle conseguenze.
La polemica ha iniziato a montare mentre da Milano, ieri sera arrivavano le immagini di migliaia di persone – 30 mila solo in piazza Duomo, secondo la questura – accalcate per festeggiare il 19° scudetto dell’Inter. Immagini che «assolutamente non possiamo permetterci», avverte Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts. Una preoccupazione condivisa da diversi esperti, che dopo la festa in piazza, senza distanziamento e non sempre con le mascherine, temono un nuovo aumento dei contagi nel capoluogo lombardo.
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«I festeggiamenti come ieri sono da evitare. La gioia la si può comprendere però credo che su di essa debba prevalere il senso di responsabilità: 121mila morti devono averci insegnato qualcosa. Onorare la loro morte vuol dire evitare assembramenti. Tutte le occasioni di assembramento vanno assolutamente evitate, ivi compresi i festeggiamenti dei tifosi della squadra di calcio che ha vinto il campionato», dice Locatelli a Sky Tg24.
L’incremento dei casi, in linea teorica, sarebbe previsto tra due settimane. «Gli effetti delle riaperture, delle feste clandestine e di assembramenti come quello dei tifosi dell’Inter si vedranno tra 14 giorni, da metà maggio in poi: temo che ci sarà un incremento dei casi, non una nuova ondata ma un’onda di risalita», ha spiegato il virologo Fabrizio Pregliasco intervenendo ad Agorà su Rai3: «La speranza è che la vaccinazione dei più fragili possa riequilibrare la situazione, così come confidiamo in condizioni meteo più favorevoli, con più tempo trascorso all’esterno».
«L’imprudenza non ha colore, l’incoscienza ha tutti i colori dell’arcobaleno. È chiaro a tutti che questo tipo di manifestazioni sono pericolose». Il punto è che «non ci sono state solo manifestazioni di una tifoseria, svolte con pericolosi assembramenti all’aperto. Ma c’è stata la perdita di controllo delle minime misure: ieri gli assembramenti erano ovunque». Massimo Galli, direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale Sacco, ricorda che abbiamo già sperimentato manifestazioni simili, «abbiamo visto lo scorso anno, quando è stato festeggiato un altro scudetto, in una situazione analoga a questa, nel senso che quando arriva un messaggio che può essere interpretato come “liberi tutti”, le persone vanno oltre». Il problema è che «la pandemia non è risolta. Il vaccino potrà contribuire in modo sostanziale a ridimensionare il problema ma la tranquillità è ancora lontana».