Gli aiuti a fondo perduto a imprese e famiglie maggiormente colpite dell’emergenza Covid non finiscono. Il governo Draghi prepara un nuovo Decreto Sostegni: si va dalla disciplina dello smart working di «emergenza» allo sconto Imu per chi ha subito i maggiori danni in termini di fatturato, alla proroga del blocco degli sfratti per morosità. Il decreto Sostegni bis dovrebbe essere pronto e portato in Consiglio dei ministri entro la fine della settimana.
Sono 14 i miliardi previsti per i ristori. I commi 5-14 del primo articolo della bozza introducono il binario alternativo. «Si prevede la possibilità di considerare un diverso periodo temporale di riferimento ai fini del calcolo del calo delle fatture e dei corrispettivi medie mensili». Il nuovo periodo di riferimento per calcolare le perdite va dal primo aprile 2020 al 31 marzo 2021 rispetto al periodo primo aprile 2019-31 marzo 2020. Il calo del fatturato medio mensile che permetterà di accedere agli aiuti è sempre lo stesso: almeno il 30%. Più alti sono i ricavi, minori saranno gli aiuti. In tutto sono cinque le fasce su cui calibrare la perdita del 30%, le stesse dei decreti precedenti. Le partite Iva e le imprese che hanno ricavi fino a 100mila euro riceveranno un aiuto pari al 60% di quanto perso. Così, a salire, fino alle attività con ricavi tra 5 e 10 milioni: avranno un aiuto pari al 20% di quanto andato in fumo.
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L’altra opzione è il binario già attivo, quindi il calcolo dell’aiuto mettendo a confronto il fatturato medio mensile del 2020 rispetto a quello medio mensile del 2019. Anche qui, come già previsto, bisognerà aver registrato una perdita di almeno il 30% per accedere agli aiuti. Le partite Iva potranno ricevere i soldi a fondo perduto o in alternativa un credito d’imposta senza presentare una nuova domanda. Gli importi restano gli stessi: calibrati sulle cinque fasce, andranno da un minimo di mille euro per le persone fisiche e di 2mila euro per gli altri soggetti a un massimo di 150mila euro. Sarà l’Agenzia delle Entrate, già in possesso dei dati delle attività, a erogare il bonifico direttamente sul conto corrente del titolare.
La disciplina semplificata «emergenziale» per il ricorso allo smart working verrà prorogata fino alla fine di settembre. I datori di lavoro privati potranno così continuare a utilizzare il lavoro da remoto, con decisione unilaterale, senza dover ricorrere agli accordi individuali con i lavoratori, una misura adottata in chiave di prevenzione possibili contagi da Covid nei luoghi di lavoro. Lo slittamento è contenuto nella bozza del decreto Sostegni bis, dopo che già con il decreto Riaperture (n. 52 dello scorso 22 aprile), era stata spostata in avanti – da fine aprile a fine luglio – la scadenza della disciplina semplificata.
Tra le misure del dl Sostegni bis c’è anche il via libera a una nuova proroga per il blocco degli sfratti per morosità o pignoramento dell’immobile. Restano però escluse le procedure di esecuzione di rilascio degli immobili adottate prima della pandemia. Mentre per i giovani under 36 che decidono di acquistare la loro prima casa c’è l’opportunità di beneficiare dell’esenzione dell’imposta di registro, di quelle ipotecaria e di quella catastale. L’esenzione non si applica in caso di acquisto di Abitazioni signorili (A1), ville (A8) e Castelli (A9).
C’è poi lo stop al pagamento della prima rata dell’Imu per le attività che hanno subito un calo del fatturato del 30% rispetto al 2019. L’esenzione dell’imposta vale per gli immobili i cui proprietari siano anche gestori dell’attività. Il pagamento dell’Irap da parte delle imprese viene invece rinviato al 30 settembre. Quanto a bar e ristoranti, viene prorogata dal 30 giugno al 31 dicembre l’esenzione della tassa sull’occupazione del suolo pubblico. Non ci sarà poi il pagamento del canone Rai per gli alberghi e i locali pubblici che hanno dovuto chiudere.
Ci sarà poi un fondo di 10 milioni di euro per il 2021 per garantire ai lavoratori separati e divorziati in difficoltà a causa della pandemia di versare l’assegno di mantenimento. Il fondo viene istituito per consentire l’erogazione di contributi che consentano di pagare una parte o l’intero assegno fino a un massimo di 800 euro al mese.