La Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, «è l’occasione per ribadire il rifiuto assoluto di ogni forma di discriminazione e di intolleranza». La data è stata scelta per ricordare il 17 maggio 1990, il giorno in cui l’Oms cancellò l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali, definendola per la prima volta «una variante naturale del comportamento umano». Celebrata in oltre 130 Paesi, l’obiettivo di questa giornata è quello di promuovere eventi internazionali di sensibilizzazione e prevenzione per contrastare il fenomeno dell’omofobia, della bifobia e della transfobia.
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Sono oltre 50 richieste d’aiuto OGNI giorno, fra chat e telefonate. In media 20mila all’anno. Per il 60% provengono da giovani in età fra i 13 e i 27 anni. Sempre fra i giovani, uno su due ha subito moderati o gravi problemi in famiglia in seguito al proprio coming out. La percentuale sale al 70% se si tratta di rivelare l’identità di genere. Il 36% dei minorenni è stato represso: reclusione all’interno delle mura domestiche, tentativi di conversione, violenza verbale e fisica. Il 17% dei maggiorenni ha invece perso sostegno economico da parte della famiglia. Sono i dati raccolti da GayHelpLine.it, il contact center nazionale antiomofobia e antitransfobia per persone gay, lesbiche, bisex e trans gestito dal Gay Center. Nell’anno della pandemia sono cresciute inoltre le minacce ricevute (dall’11% al 28%) e le discriminazioni sul lavoro (dal 3 al 15%), contribuendo ad alimentare il fenomeno dell’under reporting, cioè la rinuncia a denunciare. Fra i ragazzi che hanno contattato il centro, il 30% ha affermato di aver subito attacchi di cyberbullismo.
I numeri spiegano una volta di più l’importanza della Giornata internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia. Ideata da Louis-Georges Tin, curatore del Dictionnaire de l’homophobie, la prima Giornata internazionale contro l’omofobia ha avuto luogo il 17 maggio 2004, 14 anni dopo la decisione dell’Oms. Nel 2007 l’Unione europea ha istituito ufficialmente la giornata contro l’omofobia sul proprio territorio. Il testo approvato sottolinea l’importanza per gli Stati membri di dotarsi di un sistema di leggi che tuteli gli appartenenti alla comunità LGBTQ+: «Il Parlamento europeo ribadisce il suo invito a tutti gli Stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso e chiede alla Commissione di presentare proposte per garantire che il principio del riconoscimento reciproco sia applicato anche in questo settore al fine di garantire la libertà di circolazione per tutte le persone nell’Unione europea senza discriminazioni».
A questo proposito nel nostro Paese, tra le altre iniziative che si sono susseguite nel corso degli anni, è stato proposto il Ddl Zan. Chiamato così dal nome del suo relatore, il deputato del Pd Alessandro Zan, il disegno di legge ha come obiettivo il contrasto dell’omofobia e della transfobia. Il suo obiettivo è estendere quei passaggi del codice penale che già puniscono discriminazioni e violenze su base razziale, etnica o religiosa a quelle basate «sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere», oltre a quelle basate sulla disabilità.