L’ipotesi di ricevere la seconda dose di vaccino in vacanza, in una regione diversa dalla propria, sembra molto difficile da percorrere. Era stato il commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, Francesco Paolo Figliuolo, ad annunciare: «Vaccineremo i più giovani in vacanza». Ma la proposta si scontra con problemi organizzativi e difficoltà nel redistribuire le dosi. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, intervenendo su Rai Radio 1, ricorda che «la seconda dose può essere posticipata. Poterla posticipare di alcune settimane vuol dire che si può scegliere di farla prima della partenza ma anche al ritorno, credo che sia la cosa più di buon senso».
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Il primo problema è quello della piattaforma nazionale, che al momento non esiste e che dovrebbe trasmettere tutti i dati a tutte le regioni, dialogando con le diverse piattaforme territoriali. Il secondo problema riguarda le dosi ricevute: nel caso in cui si decidesse di procedere con la seconda dose in vacanza sarebbe necessario riequilibrare le consegne, fornendo più dosi alle località più frequentate dai vacanzieri. Di conseguenza, bisognerebbe rivedere tutto il meccanismo considerando che, per esempio, le dosi da fare nelle grandi città potrebbero diminuire nelle settimane centrali di agosto, con tanti cittadini che si spostano verso le mete turistiche. Regioni come Sardegna, Sicilia o Puglia dovrebbero vedere triplicate le loro consegne.
Ma le regioni insistono. Nel Lazio l’assessore alla Salute, Alessio D’Amato, dice con certezza: «Noi siamo pronti». Nel Veneto il presidente Luca Zaia sostiene di poter organizzare le somministrazioni anche per i turisti. Pier Luigi Lopalco, assessore alla Sanità in Puglia, si dice favorevole ma ammette che i problemi logistici esistono e sono concreti. Da qui arriva anche la chiusura del presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, secondo cui l’ipotesi è percorribile solamente per chi torna in estate nella propria città di origine, ma non per i vacanzieri, soprattutto quelli che si fermano per periodi brevi nelle località turistiche.
Uno dei principali timori delle regioni per i mesi di luglio e agosto è il rischio che molti cittadini saltino il loro turno per non rinunciare alle vacanze, con un conseguente rallentamento delle somministrazioni proprio nel periodo cruciale, quello che dovrebbe permettere di raggiungere l’immunità di gregge prima che arrivi l’autunno e i contagi possano torna a salire, come lo scorso anno. Tra luglio e settembre sono attese, stando al piano vaccinale, 94 milioni di dosi. Solo nelle due settimane a cavallo di Ferragosto, le previsioni dicono che dovranno ricevere l’inoculazione circa 10 milioni di italiani.