Nel giorno in cui Giuseppe Conte presenta in suo “nuovo” Movimento 5 stelle in una intervista su Il Corriere della sera, Davide Casaleggio lo saluta dalle pagine de La Stampa. Ed è un attacco diretto quello portato da Davide Casaleggio che parla di “regole violate” per spiegare i motivi che hanno portato alla separazione: «Negli ultimi 16 mesi il Movimento ha deciso di violare così tante regole e principi di democrazia interna e di rispetto delle decisioni degli iscritti da rendere impossibile per noi continuare un percorso condiviso. Siamo arrivati a non vedere motivi per stare ancora insieme».
Il 5 giugno Davide Casaleggio aveva annunciato la sua uscita dal Movimento 5 Stelle, di cui era tra i soci fondatori. In un post sul Blog delle Stelle, l’organo ufficiale del Movimento 5 Stelle, ha motivato la sua decisione dicendo che «Questo non è più il Movimento e sono certo non lo avrebbe più riconosciuto nemmeno mio padre». Casaleggio è amministratore delegato dell’Associazione Rousseau, fondata dal padre Gianroberto, che possiede l’omonima piattaforma online per le votazioni del M5S.
La rottura non è stata certo improvvisa, come in tanti rapporti di lungo corso i problemi hanno radici profonde nel tempo. Almeno da 16 mesi, dice Casaleggio sostenendo che negli ultimi mesi il partito avrebbe violato «così tante regole e princìpi di democrazia interna e di rispetto delle decisioni degli iscritti da rendere impossibile per noi continuare un percorso condiviso». Casaleggio ha anche parlato molto criticamente di come il M5s sia cambiato rispetto alle elezioni del 2018, quando risultò il partito più votato, con il 33% delle preferenze: «Il modello del Movimento 5 stelle ha consentito di ottenere il 33% di fiducia del Paese e ha dato la possibilità a migliaia di cittadini sconosciuti, come lo stesso Giuseppe Conte, di rivestire ruoli prestigiosi e di potere impensabili. Probabilmente quello che oggi non va più bene è che si vuole dare questa possibilità a persone ben definite».
Una spaccatura, che è divenuta via via più marcata, tra l’ala moderata, guidata dal ministro degli Esteri Luigi di Maio e dall’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e una più radicale, guidata dallo stesso Casaleggio. Tutto era iniziato con l’ingresso del M5s nella maggioranza che sostiene il governo Draghi, e si era fatta più netta dopo che Casaleggio si era rifiutato di consegnare al partito i dati sugli iscritti del movimento, raccolti e conservati dall’Associazione Rousseau.
Ma Casaleggio non ha escluso la possibilità che in futuro nasca una nuova forza politica, guidata da fuoriusciti del M5s come Alessandro Di Battista. Al riguardo Casaleggio non ha dato una risposta netta ma ha detto che «qualunque comunità di cittadini vorrà promuovere la partecipazione dal basso troverà in Rousseau un acceleratore per portare avanti battaglie e idee».