È ancora la variante Alfa, la cosiddetta “variante inglese”, la più diffusa in Italia con una percentuale del 74,9% sul numero di casi. Tuttavia, sebbene i dati di giugno non siano ancora consolidati, dalle prime segnalazioni di sequenziamenti, si segnala un aumento, in percentuale, dei casi di variante Kappa e Delta, la cosiddetta «indiana» e un suo sottotipo, che passano dal 4,2% nel mese di maggio, al 16,8% del mese di giugno (dati estratti al 21 del mese).
Sono le prime segnalazioni delle ultime settimane, monitorate dal Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19 dell’Iss, in attesa della flash survey che fotograferà la situazione nel nostro Paese poiché garantirà la rappresentatività del campione. «Dalla nostra sorveglianza epidemiologica — dice Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento Malattie Infettive dell’Iss — emerge un quadro in rapida evoluzione che conferma come anche nel nostro Paese, come nel resto d’Europa, la variante Delta del virus stia diventando prevalente. Con la prossima flash survey avremo una stima più precisa della prevalenza».
LEGGI ANCHE: Cosa sappiano della variante Delta Plus
La variante di Sars-CoV-2 prevalente in Italia è risultata essere la variante Alfa. la cosiddetta “variante inglese”, con prevalenza al 74,9% che è anche la più diffusa a livello globale. Sebbene presenti una trasmissibilità più elevata rispetto ad altre varianti diffuse in Italia, ci sono evidenze che i vaccini in uso mantengano la loro efficacia nel prevenire casi di malattia e infezione dovuti a questa variante. Casi associati a varianti Kappa e Delta sono complessivamente pochi nel periodo gennaio-giugno, tuttavia si segnala un recente rapido aumento nella frequenza e diffusione di queste segnalazioni sul territorio nazionale dovuto a diversi focolai. La variante Gamma ha una diffusione maggiore in alcune regioni, con prevalenza complessiva pari al 6,5%. La prevalenza di altre varianti del Sars-CoV-2 di interesse per la sanità pubblica è minore dell’1% nel nostro Paese, a eccezione della variante Beta.
Questi dati confermano lo scenario del Centro Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle infezioni (Ecdc), che giorni fa ha stimato che la più elevata trasmissibilità della variante Delta farà si che entro la fine di agosto questa costituirà il 90% dei virus SARS-CoV-2 circolanti nell’Unione Europea. In Lombardia la variante Delta è già al 4%, ma è in Campania il maggior numero di casi. Il ceppo è presente pure in Piemonte, Trentino-Alto Adige, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Puglia, Sicilia e Lazio.
«La variante Delta solleva preoccupazione per la maggior contagiosità», ha detto il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, su Sky tg 24. «È così importante proseguire con la campagna vaccinale – ha aggiunto – una dose sola non copre adeguatamente, va completato il ciclo vaccinale per la protezione da patologia grave e ancor di più per il rischio letale». «Guai ad abbassare la guardia, siamo in una condizione favorevole, ma il problema non è ancora superato” ha sottolineato, spiegando che «i dati dell’Ecdc indicano un’incidenza nella regione in Lombardia del 4%. Un dato che non va sottovalutato».
Per il ministro della Salute, Roberto Speranza «siamo messi molto meglio di prima, ma la sfida è ancora aperta. Penso che la variante Delta sia giusto seguirla con la massima attenzione – ha aggiunto – dobbiamo essere preoccupati per fronteggiare questa insidia, siamo stati tra i primi Paesi ad adottare misure restrittive verso l’India. Ho disposto la quarantena anche per la Gran Bretagna – ha proseguito – abbiamo potenziato il sequenziamento e continueremo a farlo, ma dobbiamo continuare a tenere un comportamento di prudenza. Non c’è dubbio che bisogna continuare a monitorare passo dopo passo».