L’obbligo di Green pass pone in primo piano la questione dei controlli. Stando a quanto prevede il Dpcm del 17 giugno, della squadra dei cosiddetti “verificatori” fanno parte i pubblici ufficiali e i titolari/gestori dei locali in cui bisogna esibire la certificazione verde. Questi ultimi possono delegare dei propri lavoratori «incaricati con atto formale recante le necessarie istruzioni sull’esercizio dell’attività di verifica». A scuola, invece, il responsabile del controllo dei Qr code di insegnanti e personale scolastico è il dirigente, che potrà nominare una persona dedicata.
In generale il controllo su Green pass può essere svolto, almeno potenzialmente, da tutti i lavoratori in azienda, sia che si tratti di soci/titolari sia di lavoratori dipendenti. Va tuttavia messo in evidenza che solo e soltanto i lavoratori che sono stati nominati in maniera formale dal datore di lavoro possono procedere con le verifiche. A prevedere questo passaggio è ancora una volta il Dpcm (articolo 13, comma 3), in base al quale «i soggetti delegati sono incaricati con atto formale recante le necessarie istruzioni sull’esercizio dell’attività di verifica». La nomina potrebbe essere “affiancata” da un’attività di formazione, a carattere pratico. A scuola, invece, il responsabile dei controlli nel dirigente scolastico, che potrà nominare una persona dedicata. Le sanzioni in caso di irregolarità partono da un minimo di 400 euro, e possono essere raddoppiate in caso di reiterazione.
I controlli per verificare la validità e l’autenticità del Green pass saranno effettuati, come stabilito sempre dal decreto, tramite la app VerificaC19, sviluppata dal ministero della Salute attraverso Sogei. L’esercente attraverso l’app dovrà inquadrare il QR code del cliente: se il green pass è valido comparirà una spunta verde, il nome e cognome della persona e la data di nascita. Il controllo verrà completato verificando con il documento di identità. Questa app sarà quindi in grado di rilevare anche se il Green pass non è valido, perché falso, o non ancora attivato, o scaduto.
LEGGI ANCHE: VerificaC19, come funziona l’app per leggere i Green pass ed evitare falsi
A rischiare multe salate sono sia le persone che accedono a luoghi o eventi senza Green pass, che i gestori delle attività, che vengono giudicati responsabili. Il decreto del governo prevede infatti che «i titolari o i gestori dei servizi e delle attività sono tenuti a verificare che l’accesso ai predetti servizi avvenga nel rispetto delle prescrizioni». Le multe vanno da 400 a 1000 euro. Inoltre, in caso di violazione reiterata per tre volte in tre giorni diversi, «l’esercizio potrebbe essere chiuso da uno a dieci giorni», ha fatto sapere Palazzo Chigi. Le sanzioni sono previste anche per la falsificazione del Green pass, sia per i documenti cartacei che per quelli digitali.
Il Green pass non è obbligatorio per i bambini sotto i 12 anni, anche se l’età minima per ottenere il Green pass è 2 anni. Dunque, i bambini dai 2 ai 6 anni possono richiedere il Green Pass senza fare il tampone. Dai 6 ai 12 anni, invece, per ottenerlo serve un tampone negativo o la certificazione di avvenuta guarigione. Il Green Pass resta un documento facoltativo fino ai 12 anni e non è obbligatorio per accedere ai luoghi al chiuso. Per gli spostamenti internazionali le regole variano a seconda del Paese. Dai 12 ai 17 anni, invece, se non si ha il Green Pass sarà necessario esibire un tampone negativo per accedere a uno qualsiasi dei locali sopra elencati.
C’è una categoria di persone che non può mostrare il lasciapassare verde. Ovvero chi, per motivi di salute, pur superando i 12 anni di età, non può ricevere il vaccino anti-Covid. Si tratta di persone che potrebbero manifestare pericolose reazioni allergiche in caso di somministrazione del siero. Al momento queste persone sono nel limbo, anche se qualche giorno fa il direttore della prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza ha annunciato che si sta lavorando per trovare una soluzione che consenta loro di poter entrare lo stesso nei locali off limits, data la loro particolare condizione. Le persone esenti dovrebbero poter contare su una certificazione digitale a loro dedicata (da ottenere, ovviamente, sulla base di una certificazione medica che attesti la loro condizione di salute). Possibile anche che, nell’attesa di uno sviluppo di una tecnologia ad hoc possa essere sufficiente una certificazione firmata dal proprio medico per poter accedere a luoghi, ritrovi ed eventi altrimenti vietati. Questo, però, non potrà funzionare nel lungo periodo, anche per il rischio falsificazione che riguarda maggiormente i documenti scritti. Da qui l’esigenza di un “lasciapassare digitale” per chi non può ottenere il Green pass.