Una «corsia preferenziale» per gli adolescenti. Ma anche una nuova strategia per convincere i 4 milioni e mezzo di over 50 che non si sono ancora immunizzati. C’è da fare l’ultimo scatto per arrivare all’immunità di gregge, all’80% di vaccinati entro fine settembre. L’ultima salita per convivere con maggiore serenità col Covid e poter ritornare alla scuola in presenza. La struttura commissariale, guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo, ha concepito un nuovo piano per coinvolgere la fascia tra i 12 e i 19 anni e quella tra i 20 e i 29. Come? Attraverso gli hub senza prenotazione. Mentre per gli over 50 che finora non hanno risposto alle chiamate per l’immunizzazione si proverà la strada dei medici di base.
Ora si punta a «coinvolgere i giovani anche in modo attivo e mirato, con iniziative quali corsie preferenziali presso gli hub senza prenotazioni, e attraverso figure importanti come i medici di base, i pediatri di libera scelta e i farmacisti», dice il generale Figliuolo. «I vaccini ci sono e la loro disponibilità è tra l’altro destinata a crescere in maniera considerevole, da subito dopo Ferragosto, grazie all’azione del presidente Mario Draghi in ambito europeo», spiega il commissario. «Nella fascia dei giovani stiamo già andando bene, visto che, da un recente rilevamento effettuato dal Financial Times, è emerso che l’Italia è terza nel mondo per vaccinazioni ai giovani di età compresa tra i 12 e i 18 anni. Anche in questo periodo, maggiormente dedicato alle vacanze, la propensione alla vaccinazione tra i giovani è rimasta alta. È proprio nella classe tra i 12 e i 29 anni che stiamo registrando il maggior numero di prime somministrazioni».
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I numeri gli danno ragione, ma occorre immunizzare la più ampia platea possibile nell’arco di un mese. Al momento nella fascia d’età 12-19 anni, l’ultima per la quale sono state aperte le prenotazioni, sono “scoperti” oltre 2,7 milioni di ragazzi, ma si sono vaccinati a ciclo completo in circa 998mila. Sono in attesa del richiamo oltre 841mila. L’incentivo dettato dall’adozione del green pass dal 6 agosto per molte attività sociali tra cui piscine e palestre, tradizionalmente frequentate dai più giovani, ha rinverdito la propensione alla vaccinazione.
Oltre agli adolescenti e ai 4,4 milioni di over 50 non vaccinati (un numero che desta più di qualche preoccupazione, data la maggiore trasmissibilità della variante Delta che rischia di provocare un aumento si ospedalizzazioni e decessi), quella tra i 20 e i 29 anni è l’altra fascia su cui il generale Figliuolo intende spingere per rendere la circolazione del virus meno problematica in autunno. Ci sono oltre 2 milioni di ragazzi tra i 20 e i 29 anni che non hanno ancora ricevuto la prima dose, mentre in 2,7 milioni hanno già completato il ciclo e quasi 1,3 milioni attendono il richiamo, quasi la metà delle seconde dosi complessive.
Il primo problema però restano gli anziani. Per i quali l’opera di convincimento prosegue, ma lenta. Tra gli 80 e i 90 anni, racconta il Corriere della Sera, erano «scoperti», alla data del 2 luglio, 345 mila anziani. Ora i non vaccinati sono 298 mila. Ne sono stati convinti 47 mila in 36 giorni. Poco più di mille ogni 24 ore in tutto il Paese. Non così tanti considerato che il tasso di letalità Covid per questa decade è attorno all’8%. Tra i 70 e i 79 anni, un mese fa non si erano vaccinati in 781 mila circa. Ora ne mancano 657 mila. E quindi 124 mila sono stati raggiunti, con un tasso di letalità per questa fascia d’età che si aggira attorno al 3%. Tra i 60 e i 69 anni un mese fa ne mancavano 1,45 milioni. Ora siamo a 1,21 milioni. Quindi 246mila sessantenni sono stati vaccinati. Tra i 50 e i 59 anni i non vaccinati sono invece 2,25 milioni. Ancora troppi.
Per loro si immagina una campagna in tre fasi. Oltre al vaccino in farmacia, già presente in 17 regioni. La prima è quella delle unità mobili per la vaccinazione che battono il territorio a caccia di chi vorrebbe vaccinarsi ma ha problemi a muoversi da casa. La seconda è il coinvolgimento dei medici di famiglia. La terza sono gli hub itineranti a cui si potrà accedere senza prenotazione. Ma sarà difficile far crescere la percentuale di molto in poco tempo. Perché questi quattro milioni e mezzo hanno avuto molte occasioni per accedere alla vaccinazione da quando la campagna di massa è partita. Ma non le hanno sfruttate. C’è una ostilità di fondo alla vaccinazione che difficilmente verrà meno grazie agli hub o ai medici di famiglia. Per questo si ritiene complicato ottenere risultati nel breve termine per loro. Ma la struttura commissariale non vuole considerarli del tutto perduti.