L’Italia si avvia verso la terza dose per i vaccini anti Covid. Lo ha anticipato il ministro della Salute Roberto Speranza, a margine del G20 di Roma sulla Salute. Con una variazione rispetto alla campagna vaccinale dello scorso anno: i primi a ricevere il richiamo saranno i pazienti fragili, innanzitutto quelli oncologici e chi ha ricevuto un trapianto. Subito dopo sarà il turno degli over 80 e degli ospiti delle Rsa. A seguire i medici e gli operatori sanitari.
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Prima di procedere, però, si attende il via libera dell’Ema. L’Agenzia europea del farmaco ha iniziato a valutare la domanda per l’uso di una dose di richiamo di Pfizer da somministrare 6 mesi dopo la seconda dose a persone di età pari o superiore a 16 anni. L’annuncio ufficiale arriva dallo stesso ente regolatorio Ue, sottolineando che «separatamente» sta anche valutando i dati della letteratura sull’uso di una terza dose aggiuntiva di un vaccino a mRna, Pfizer o Moderna, in persone «gravemente immunocompromesse».
La terza dose di vaccino servirà a queste categorie per riattivare e portare a livelli più alti la soglia di risposta immunitaria contro il virus. Questo perché a 6-7 mesi di distanza dalla fine del primo ciclo vaccinale, in particolare nei soggetti più fragili e a rischio, la memoria immunitaria si abbassa, e pertanto richiede un boost, una spinta, a riattivarsi a pieno contro il coronavirus e le sue varianti.
Mentre si attende il parere dell’Ema, gli esperti del ministero della Salute sono già al lavoro per definire i nuovi criteri che delineeranno le platee che necessitano con maggiore priorità la terza dose di vaccino. Cambieranno, in parte, le categorie di persone per cui la vaccinoprofilassi era altamente «prioritaria», così come descritto nelle «Raccomandazioni sui gruppi target della vaccinazione» dello scorso marzo. Dal ministero della Salute fanno sapere che l’elenco delle persone che riceveranno con priorità la terza dose sarà «ridefinito», ma non è ancora chiaro in che misura.
Il parere dell’Ema dovrebbe arrivare entro la fine del mese. E dunque si partirà subito (settembre-ottobre) con i pazienti oncologici, immunodepressi (o in cura con farmaci immunosoprressori), persone sottoposte a trapianto d’organo o di cellule staminali e dializzati. Complessivamente questa platea dovrebbe attestarsi intorno al mezzo milione di persone. Subito dopo, a cavallo tra il dicembre 2021 e il gennaio 2022, sarà la volta della terza dose di richiamo per gli anziani over 80 e ospiti delle Rsa, per un totale di oltre 4,5 milioni di persone. In terza battuta, da gennaio e febbraio 2022, saranno sottoposti a terza dose tutti gli operatori medici e socio-sanitari che ormai hanno concluso il primo ciclo vaccinale da oltre sei mesi e la cui risposta immunitaria al virus si è ridotta nel corso dei mesi e va rinforzata, per un totale di quasi 2 milioni di persone.
Queste sono le tre categorie che nel corso dei prossimi quattro o cinque mesi dovrebbero rientrare nelle platee con elevata priorità di accesso alla terza dose di vaccino. Dopodiché, dall’inizio del 2022, le vaccinazioni dovrebbero tornare a seguire il criterio anagrafico, per età decrescente e per quelle patologie che sono state inizialmente escluse. In tutti i casi, le terze dosi di richiamo verranno fatte con vaccini a mRna, ossia Pfizer e Moderna.