L’Oms ha rivolto un appello a posticipare la terza dose del vaccino contro il coronavirus «almeno fino alla fine di settembre» così da permettere l’immunizzazione «di almeno il 10% della popolazione di ogni Paese» del mondo. Dopo che Israele ha fatto da apripista nel mondo, somministrandola su base volontaria agli over 60 immunizzati con due dosi da almeno cinque mesi, la Germania si è messa in coda, annunciando che da settembre proporrà il richiamo aggiuntivo ai suoi cittadini più fragili. Anche il Regno Unito studia un piano per proporre una terza tranche di dosi, sempre dal mese prossimo, ai più vulnerabili.
La possibilità di offrire una terza dose di vaccino, o seconda a chi ha ricevuto il monodose di Johnson & Johnson, spinge governi e scienziati a prendere una posizione. Ma l’Oms frena: «Abbiamo urgente bisogno di cambiare le cose: da una maggioranza di vaccini che va ai Paesi ricchi ad una maggioranza che va ai Paesi poveri – ha detto il direttore dell’Agenzia dell’Onu Tedros Adhanom Ghebreyesus -Invitiamo tutti coloro che hanno influenza a sostenere la nostra richiesta di una moratoria sui richiami fino alla fine di settembre». L’Ema si è già espressa sul tema della terza dose sottolineando che al momento «è troppo presto per confermare se e quando ci sarà bisogno di una dose di richiamo, perché non ci sono ancora abbastanza dati dalle campagne vaccinali».
Ma la Commissione europea si è portata avanti stilando nuovi accordi accordi con tutti i produttori di vaccini «promettenti» per assicurarsi le dosi necessarie. «Abbiamo concluso un terzo contratto con BioNTech/Pfizer, che prenota 1,8 miliardi di dosi per essere pronti se dovesse essere necessario un booster. Inoltre abbiamo esercitato l’opzione per 150 milioni di dosi Moderna».
L’ipotesi più quotata è offrire il richiamo a soggetti fragili e anziani, i primi ad essere stati vaccinati subito dopo il personale sanitario. Anche in Italia se ne discute. «Probabilmente le persone immunodepresse potranno essere rivaccinate con un’unica dose — ha chiarito il direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute, Gianni Rezza — Per i fragili, le persone più anziane e gli operatori sanitari c’è una discussione anche in ambito europeo e non si è arrivati a una decisione».
La Germania ha già annunciato che offrirà agli anziani e alle persone a rischio una terza dose di vaccino anti-Covid a partire da settembre. L’indicazione è arrivata dal ministero della Salute tedesco, citando le preoccupazioni su «una ridotta o rapidamente indebolita risposta immunitaria». Il nuovo richiamo, con Pfizer o Moderna, sarà offerto anche a chi ha già ricevuto due dosi di Astrazeneca o la singola di Johnson&Johnson.
Nel Regno Unito, il governo di Boris Johnson si prepara a un piano per la somministrazione della terza dose che sarebbe riservata per ora, secondo i media, alle «persone più vulnerabili» come anziani, malati cronici, soggetti a rischio d’infezione respiratoria. Si partirà il 6 settembre. Un portavoce del ministero della Sanità ha confermato che Londra si sta «preparando a un piano di richiami» vaccinali, ma i dettagli di una decisione finale saranno resi pubblici «a tempo debito», anche sulla base di studi ad hoc tuttora in corso.
La Francia offre la terza dose, per ora, solo agli immunodepressi, seguiranno ultra 75enni e malati gravi. In Russia chiunque abbia completato il ciclo vaccinale da sei mesi o più può ricevere una nuova iniezione. In Ungheria i cittadini possono richiederla dopo quattro mesi.