Le infezioni virali sono causa comune di miocardite, un’infiammazione del muscolo cardiaco che può portare alla necessità di un ricovero e, in alcuni casi a insufficienza cardiaca e morte improvvisa. Il rischio di infiammazione alla parete del cuore è stato anche visto come un potenziale effetto collaterale dei vaccini a mRNA, in particolare in adolescenti maschi. Una ricerca condotta dall’Università della California sembra dare ragione alle perplessità espresse da diversi esperti: nei ragazzi di sesso maschile tra i 12 e i 15 anni che godono di buona salute il rischio di venire ospedalizzati per gli effetti collaterali del vaccino Pfizer è più alto di quello che correrebbero se contraessero un’infezione da Covid-19.
Stando ai risultati, che si basano su dati medici, per gli adolescenti tra i 12 e 15 anni senza patologie pregresse, la probabilità di vedersi diagnosticata una miocardite è da quattro a sei volte superiore rispetto a quella di finire in ospedale con il Covid nei quattro mesi successivi all’inoculazione del vaccino. Molti soggetti che hanno sperimentato questo raro effetto collaterale hanno sviluppato i sintomi entro qualche giorno dalla seconda dose Pfizer, ma una problematica assimilabile a questa è stata osservata anche per il vaccino Moderna. Circa l’86% dei ragazzi colpiti ha avuto bisogno di cure ospedaliere.
Nello studio statunitense, che non è stato revisionato dalla comunità scientifica, il dottor Tracy Hoeg dell’Università della California e i suoi colleghi hanno analizzato le reazioni avverse ai vaccini anti-Covid nei ragazzi tra i 12 e i 15 anni d’età nel primo semestre del 2021. Gli studiosi stimano che il tasso di miocarditi comparse dopo due dosi di Pfizer ammonta a 162,2 casi per milione per i soggetti di sesso maschile in salute tra i 12 e i 15 anni, mentre per quelli tra i 16 e i 17 la cifra si abbassa a 94 casi per milione. Per le ragazze in salute nelle medesime fasce d’età, invece, il tasso si attesta rispettivamente a 13,4 casi per milione e a 13. Secondo lo studio, al ritmo attuale d’infezione nel Paese, il tasso di rischio di ospedalizzazione per Covid per un adolescente in salute nei 4 mesi successivi al vaccino è di 44 casi per milione.
Secondo Saul Faust, professore di immunologia pediatrica e malattie infettive all’Università di Southampton, la scoperta parrebbe giustificare l’approccio cauto alla vaccinazione degli adolescenti seguito dalle autorità sanitarie britanniche, che per il momento hanno detto di no al vaccino per gli under 15. Il comitato britannico sui vaccini e l’immunizzazione, Joint Committee on Vaccines and Immunisation (JCVI), non ha raccomandato la vaccinazione dei ragazzi in salute nella fascia d’età 12-15, consigliandola, invece, ai ragazzi della stessa età particolarmente vulnerabili al Covid o che vivono con soggetti ad alto rischio. La stragrande maggioranza delle miocarditi compare dopo la seconda dose del vaccino, e questo, secondo alcuni esperti, potrebbe portare le autorità sanitarie a consigliare una sola dose per permettere di ridurre ulteriormente il rischio di effetti collaterali senza rinunciare all’immunizzazione, scrive il Guardian.