Dopo il via libera del Cts all’ampliamento della capienza per cinema, teatri e stadi il governo dovrebbe presto approvare un decreto che prevede nuove riaperture. È il ministro della Salute, Roberto Speranza, ad annunciare i primi provvedimenti, attesi già nei prossimi giorni: «Sulle capienze e le riaperture sicuramente ci lavoreremo nel prossimo Consiglio dei Ministri che si terrà la prossima settimana».
E in tal senso vanno letti anche alcuni passaggi della Nota di aggiornamento al Def approvata in Consiglio dei ministri il 29 settembre. «L’andamento dei contagi e degli indicatori di pressione sul sistema ospedaliero italiano sarà costantemente monitorato e si valuteranno attentamente gli effetti sui contagi dell’avvio dell’anno scolastico e del prossimo ritorno al lavoro in presenza nel settore pubblico – si legge -. Vi è tuttavia una concreta possibilità di recuperare gradualmente normali livelli di apertura nelle attività sociali, culturali e sportive, il che contribuirà a raggiungere il livello di Pil trimestrale precrisi entro la metà del prossimo anno»
Già il Comitato Tecnico Scientifico, nei giorni scorsi, si è espresso a favore dell’ampliamento della capienza massima per cinema, teatri e concerti al chiuso all’80% e all’aperto al 100%. Per gli eventi sportivi, invece, si pensa di passare al 75% all’aperto e al 50% al chiuso. Indicazioni che hanno suscitato non poche polemiche soprattutto relativamente alla capienza consentita negli stadi, inferiore rispetto a quella che potrebbe essere osservata nei luoghi di cultura. Diversi, inoltre, sono gli esponenti politici che spingono per riportare la capienza al 100% ovunque. Sarà l’esecutivo a pronunciarsi, nei prossimi giorni, traducendo o meno in norma il parere del Cts. Stando alle prime indiscrezioni il governo sembrerebbe intenzionato a confermare i limiti ampliati delineati dagli esperti rinviando la riapertura totale di stadi, cinema e teatri.
Si tratta di una marcia fatta di step graduali. Il primo passo sarà l’aumento della capienza di impianti sportivi e spettacoli. Poi dal prossimo 15 ottobre diventa ufficiale il ritorno alla presenza in ufficio come «modalità ordinaria» del lavoro pubblico. Ora toccherà a un decreto della Funzione pubblica fissare le modalità del rientro, insieme alle Linee guida realizzate con il ministero della Salute per le verifiche sul Green Pass e la gestione del nuovo obbligo. Tornano dunque in ufficio a metà ottobre i tre milioni e duecentomila dipendenti pubblici. Ma il nuovo quadro aprirà la porta a orari più flessibili di entrata e uscita, con l’obiettivo di ridurre l’affollamento sui mezzi pubblici nelle ore di punta e reintrodurrà l’accordo individuale per lo smart working che le amministrazioni potranno continuare a concedere ad alcune condizioni. Per chi lavora in smart working nel settore privato le cose invece non cambieranno. Allo stato attuale non ci saranno novità almeno fino alla fine dell’anno.
Resta per ora congelato invece il capitolo discoteche, unica attività ancora chiusa. Anche se cresce il pressing bipartisan per la riapertura del comparto duramente colpito dalla pandemia. Grazie all’introduzione dell’obbligo del Green Pass, la data di riapertura dei locali non sembra essere lontana. «Con l’introduzione del Green pass il freno a mano sulle discoteche può essere tolto. Ma deve essere fatto in sicurezza e aspetterei il controllo dei dati dei primi di ottobre, a seguito delle aperture. Se sono buoni con il Green pass la discoteca è un luogo sicuro». Proprio sulla riapertura delle discoteche il sottosegretario assicura che «non c’è pregiudizio ideologico, ma è legato al fatto che i controlli della distanza e dell’utilizzo delle mascherine sono più difficili».