Sono 12 le persone arrestate per il loro presunto coinvolgimento negli scontri nel centro di Roma durante la manifestazione contro il Green pass e l’assalto alla sede della Cgil. Tra loro ci sono anche due nomi che negli ultimi tempi hanno partecipato alle varie manifestazioni dell’era della pandemia, da quelle no-mask alle recenti No Green pass: quello del leader nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore, e del capo della sezione romana del partito, Giuliano Castellino.
No-Vax, contrari al Green Pass, intolleranti e, soprattutto, fascisti. La storia di Fiore e Castellino si intreccia con la nascita di Forza Nuova, il movimento di estrema destra conosciuto per le manifestazioni e gli scontri con la polizia, ma assente alle urne dove negli anni è andato incontro a una sconfitta dietro l’altra fino alla decisione di smettere di candidarsi.
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La storia di Fiore, 62 anni, parte da lontano: è uno dei fondatori di Terza Posizione, successivamente uomo d’affari a Londra e poi, una volta tornato in Italia, padre e leader proprio di Forza Nuova. Ed è proprio nel movimento di estrema destra, fondato nel 1997, che Fiore lega con Giuliano Castellino, 44 anni, leader della protesta contro il certificato verde.
Nato a Roma nel 1959, Roberto Fiore è sposato con una donna spagnola dalla quale ha avuto 11 figli. Da giovane aderisce a Lotta Studentesca, per poi fondare – con Giuseppe Dimitri e Gabriele Adinolfi – Terza Posizione, movimento neofascista sciolto nel 1982. Condannato per banda armata e associazione sovversiva, fugge a Londra nel 1980 prima di poter essere colpito dalla retata che ha decapitato il movimento di estrema destra. Nella capitale inglese, insieme a Massimiliano Morsello, fonda Easy London, società che si occupa di viaggi studio nella capitale inglese. Nel 1997, sempre con Morsello, fonda Forza Nuova.
Capo romano di Forza Nuova, Giuliano Castellino nel 1996 è coinvolto, insieme ad altri capi ultrà della Curva Sud, nell’inchiesta sui presunti ricatti della tifoseria della Roma alla società. Dall’indagine vengono tutti assolti. Nel 2013 è dirigente della Destra di Francesco Storace. Nel 2015, a Capodanno, la polizia trova nella sua casa un etto di cocaina e 30 petardi. Il 7 gennaio 2019 aggredisce due giornalisti de L’Espresso durante una cerimonia per i morti di Acca Larentia e viene condannato a 5 anni e mezzo di carcere. A gennaio è stato destinatario di una sorveglianza speciale per alcune azioni violente durante le manifestazioni contro il lockdown.