«Voi il G20, noi il futuro». E ancora: «Stop brevetti, vaccino è diritto globale», «No profit on Pandemic», «Voi la malattia, noi la cura». Sono questi gli slogan seguiti dagli striscioni di alcuni manifestanti che si sono radunati a Roma per il corteo contro il G20 organizzato dai Cobas partito da piazzale Ostiense e arrivato alla Bocca della Verità. In piazza anche le bandiere di Rifondazione comunista e di Flc Cgil. Ma c’erano anche i militanti del movimento Antifascista, e gli operai della Gkn. E poi i ragazzi dei Fridays for future, ma anche le vertenze operaie e del lavoro, come Alitalia e Whirlpool, e tutti i movimenti sociali e le reti studentesche, i movimenti No Tav, No Triv, per l’acqua pubblica e contro il nucleare; le esperienze transfemministe e i sindacati di base; insieme a tutte le cittadine e tutti i cittadini preoccupati per il proprio futuro. Si tratta della manifestazione più importante organizzata a Roma in occasione del summit internazionale.
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«I rappresentanti di soli 20 Paesi continuano a decidere le sorti dell’intero pianeta, silenziando le richieste della società civile, sempre esclusa dalle discussioni e dalle decisioni – spiega Piero Bernocchi portavoce nazionale Cobas (Confederazione dei comitati di base) – In particolare ci rivolgeremo ai capi di governo e di Stato europei per ricordare loro, come abbiamo fatto nell’assai positivo sciopero generale dell’11 ottobre scorso insieme a tutto il sindacalismo conflittuale, che nel corso della pandemia l’Unione Europea con il Recovery Fund ha sì avviato una politica economica incentrata sulla spesa pubblica in deficit, in controtendenza rispetto alla fase dell’austerità, ma che il Pnrr italiano e degli altri paesi europei non costituisce affatto una svolta nell’uso pubblico e sociale dell’ingente massa di denaro a disposizione: anzi, prospetta una lunga serie di regalie ai settori più forti, economici e politici, della nostra società e delle altre europee».
«Noi lottiamo per una radicale inversione di tendenza – continua Bernocchi – rivendicando l’utilizzo di tale rilevante massa monetaria per la riduzione del tempo di lavoro a parità di salario; per garantire a tutti/e un lavoro dignitoso, con il contratto a tempo indeterminato come regola generale; per l’innalzamento dei salari reali e un salario minimo europeo; per la parità salariale per le donne; per un reddito universale, esteso anche alle/ai migranti; per una netta inversione di tendenza rispetto ai disastri ecologici e al cambiamento climatico; per massicci investimenti nella scuola e nella sanità pubbliche, contro l’aziendalizzazione e la privatizzazione della sanità; per la sospensione dei brevetti e l’esportazione dei vaccini e della tecnologia per produrli in loco per la lotta alla pandemia».
Presidio anche piazza San Giovanni per protestare sempre contro il G20 organizzato dal partito comunista e altre realtà di sinistra. «Il presidente del Consiglio parla di un Pil che sale del 6%, ma il popolo italiano piange», ha rilanciato il segretario generale del partito comunista, Marco Rizzo. «Piangono gli italiani che riceveranno cartelle esattoriali e dovranno ipotecare la loro prima casa – ha continuato -, quelli che si vedono aumentare le bollette per energia, gas e luce, i lavoratori italiani licenziati per le delocalizzazioni, quelli che perdono lo stipendio con la tagliola del Green Pass. Piangono gli insegnanti, gli studenti, i lavoratori che entrano in una scuola, in una fabbrica e che precedentemente sono stati dentro carri bestiame come bus e metro. Ridono le banche, le multinazionali, Amazon che l’anno scorso ha fatturato 45 miliardi di euro senza pagare un euro di tassa».
Alcuni attivisti del Climate Camp per il G20 di Roma si sono simbolicamente incatenati alla cancellata del Foro di Traiano con dei cartelli con su scritto «Crisi climatica ed ecologica, i Governi hanno fallito». Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine per monitorare la situazione: non sono stati registrati per il momento momenti di tensione. In quattro sono stati fermati dai carabinieri. Le persone saranno identificate e forse denunciate per manifestazione non autorizzata, così come avvenuto a via Cristoforo Colombo sabato mattina davanti al ministero dell’Ambiente.
Dalla sala operativa della Questura, nella sezione che si occupa proprio dei grandi eventi, viene tenuto sotto controllo tutto quello che accade nella Capitale e in particolare nei quartieri interessati dalla presenza di capi di Stato e di governo dei Paesi partecipanti al vertice. Due elicotteri sorvegliano costantemente la situazione inviando in diretta immagini con telecamere anche a raggi infrarossi. Alta l’attenzione come nei giorni scorsi attorno alla sede degli incontri fra la nuvola di Fuksas e il Palazzo dei Congressi dell’Eur. Bonifiche continue da parte dei reparti speciali e antisabotaggio della polizia dei carabinieri, come quella effettuata proprio domenica mattina ai Fori Imperiali prima della visita delle consorti dei leader mondiali.