L’obiettivo è raggiungere le emissioni zero entro il 2050 nonostante, si preveda di quintuplicare i passeggeri entro lo stesso periodo. Responsabili di circa il 3% delle emissioni nocive nell’aria, per i vettori raggiungere questo obiettivo non sarà facile .In attesa che batterie o tecnologie avanzate completamente decarbonizzate vengano approvate e messe sul mercato, la soluzione sembra essere il Saf: un carburante in tutto simile al cherosene, ma nato dagli scarti, e quindi più sostenibile. Ad oggi, il suo utilizzo è limitato ai voli commerciali e, come riporta Bloomberg, rappresenta solo lo 0,1% della fornitura globale. E per un motivo semplice: il prezzo troppo alto e una produzione che ancora non è in grado di soddisfare la richiesta su larga scala.
Il Saf (Sustainable aviation fuel) può essere composto da vari oli, come quelli di scarto, residui agricoli e rifiuti solidi urbani che le compagnie miscelano con il carburante da almeno un decennio sulla base degli accordi firmati nel 2009 dall’ ICAO, l’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile in capo alle Nazioni Unite. Viene usato solo in voli commerciali e ha un limite di miscela fissato al 50% (per ora usato in quantità inferiori), ma le compagnie spingono per aumentarlo.
Il vantaggio nell’utilizzo di questo sostituto del cherosene per jet è che ha le stesse proprietà, ma è meno inquinante. Inoltre può essere utilizzato senza modifiche ai velivoli. Il problema di questo carburante prodotto dagli scarti delle piante e degli olii è il costo cinque volte superiore rispetto al normale carburante e con quantità disponibili irrisorie rispetto alle necessità del settore.
A produrlo sono sia i giganti del petrolio come la Shell, sia piccole start up, che potrebbero vedere la domanda schizzare nei prossimi anni e che hanno giù fatto sapere di essere pronti a lavorarci. Di fatto, non si corre il rischio che la materia prima venga a mancare, dal momento che si tratta di rifiuti che possono essere reperiti ovunque e in qualsiasi momento, comprese alghe e olio da cucina usato.
Si stima, secondo quanto riporta Bloomberg, che il suo impiego possa rappresentare il 65 per cento dei tagli necessari per raggiungere le zero emissioni entro il 2050. L’amministrazione Biden ha sfidato le industrie dell’energia e dell’aviazione ad aumentare la produzione statunitense di carburanti sostenibili come parte del suo sforzo di tagliare le emissioni dell’aviazione del 20% entro il 2030. Per raggiungere questi obiettivi, le compagnie stanno spingendo il Congresso a offrire sussidi e altri incentivi progettati per stimolare gli investimenti e aumentare la produzione. Entro la fine dell’anno, la United Airlines Holdings Inc farà volare il primo Boeing 737, 100 per cento Saf da Chicago a Washington D.C. L’aereo sarà vuoto, ma l’obiettivo è mostrare che il limite attualmente imposto all’utilizzo del carburante ecologico al 50% può essere tranquillamente alzato. I regolatori federali hanno approvato il viaggio, ma prima che diventi quotidianità ci vorrà ancora del tempo.