Il governo ha convocato per il 29 dicembre il Comitato tecnico scientifico per avere un parere su possibili modifiche del periodo di quarantena per chi è vaccinato con tre dosi e ha avuto contatti con persone risultate poi positive. La linea del governo rimane quella di non concedere allentamenti, soprattutto in un periodo delicato come quello delle festività, ma si valuteranno comunque le proposte dei presidenti di Regione e di alcuni scienziati che chiedono misure che evitino di tenere inutilmente in casa migliaia e migliaia di persone che hanno completato il ciclo vaccinale.
Secondo gli ultimi dati, in Italia ci sono attualmente 537mila persone positive al coronavirus, un numero che non include le migliaia di persone che con ogni probabilità non sono ancora state incluse nei conteggi essendosi contagiate nel weekend di Natale, senza aver ancora avuto la possibilità di fare un test. È un dato che secondo tutte le proiezioni salirà con una certa rapidità nei prossimi giorni, per via della variante omicron e per la frequenza dei ritrovi tra familiari e amici durante le feste.
LEGGI ANCHE: Tra screening di massa e Ffp2: come sarà il rientro a scuola
La quarantena, che è stata finora fondamentale e imprescindibile per il contenimento dei contagi, diventerà probabilmente un problema sia per il sistema di tamponi già in crisi, sia per il mondo del lavoro. È possibile che le assenze delle persone isolate in via precauzionale creino scompensi e disservizi. Per questo è diventata d’attualità la domanda se le regole sulle quarantene per i contatti stretti debbano, o perlomeno possano, essere rese meno rigide. Secondo le prime informazioni una decisione dovrebbe arrivare nei primi giorni di gennaio, quasi sicuramente prima della fine della vacanze di Natale, e la quarantena per i vaccinati con terza dose, ora di sette giorni, potrebbe essere ridotta tra i tre e i cinque giorni.
In attesa di ulteriori direttive da parte del governo, cosa fare attualmente se ci si rende conto di aver avuto un contatto con un positivo? Come procedere se al contrario dovessimo essere noi i positivi? Si parla di contatto con positivo se è stata verificata l’esposizione a un caso probabile (perché sintomatico) o confermato, (tramite tampone rapido o molecolare) di Covid-19 nell’arco temporale che va dalle 48 ore prima dalla comparsa dei sintomi o dalla diagnosi in caso di asintomaticità ai 14 giorni dopo (sintomi e/o diagnosi). Si parla di contatto stretto nel caso si abiti nella stessa casa con il soggetto risultato positivo o sintomatico; nel caso che si abbia avuto un contatto con saliva, mucosa, goccioline e secrezioni in generale del soggetto contagiato; si sono avuti contatti fisici in generale; se si è stati di fronte al viso del positivo a meno di 2 metri conversando per almeno 15 minuti; se si è stati nello stesso ambiente del contagiato senza mascherina, areazione e distanziamento. Si parla di contatto non stretto se si è stati di fronte alla persona contagiata a meno di 2 metri meno di 15 minuti in un ambiente chiuso; abbiamo viaggiato (in treno, bus, tram, aereo ecc..) con un positivo a più di due sedili di distanza.
La quarantena è necessaria per un contatto stretto. A differenza dei contatti non stretti che non hanno la necessità di isolarsi subito, ma solo quello di effettuare un tampone di verifica, il contatto stretto deve mettersi in quarantena immediatamente dopo aver saputo della positività di un soggetto con cui ha passato del tempo. Il primo passo da fare oltre a stare in casa è quello di avvisare il proprio medico di base che, a sua volta, informerà l’Asl competente alla quale spetterà disporre ufficialmente il periodo di quarantena o di sorveglianza.
Il periodo di isolamento di un contatto stretto varia a seconda del suo grande di protezione e immunizzazione dal virus. Se il contatto stretto è vaccinato con due dosi o, ancora meglio, anche con dose booster la quarantena durerà 7 giorni dall’ultima esposizione alla persona positiva. Se il contatto stretto non risulta vaccinato la quarantena durerà 10 giorni: isolamento in casa senza la possibilità di ricevere persone. Dopo il periodo di tempo stabilito, si procederà all’esecuzione di un tampone antigenico o molecolare. Solo un esito negativo metterà ovviamente fine all’isolamento.
Se dopo i 7 giorni (in caso di contatto stretto vaccinato) o i 10 giorni (in caso di non vaccinato) il tampone attesterà la positività al virus e quindi l’avvenuto contagio, si dovrà rimanere isolati in casa per altri 10 giorni. L’iter successivo dipenderà molto dalla presenza o meno di sintomi. Se positivi ma asintomatici, si potrà uscire dall’isolamento dopo 10 giorni e con un tampone risultato negativo. Invece se positivi con sintomi, si potrà uscire dalla quarantena dopo 10 giorni dalla comparsa dei sintomi: il test antigenico o molecolare che attesta la negatività del soggetto dovrà essere effettuato dopo almeno 3 giorni passati senza sintomi.
Se anche dopo gli ulteriori 10 giorni di quarantena, il tampone dovesse ancora dare esito positivo, la quarantena potrà terminare comunque. Dopo 21 giorni di isolamento si potrà uscire di casa anche se positivi ma soltanto in caso di asintomaticità da almeno 7 giorni.