È scattato dal 25 dicembre, con l’entrata in vigore del nuovo decreto anti-Covid, l’obbligo di utilizzare le mascherine Ffp2 in cinema, teatri, sale da concerto e musei. Nonché su tutti mezzi di trasporto pubblici come treni, aerei, navi, pullman, metro, tram e autobus. Non sorprende dunque in questi giorni la corsa all’acquisto delle mascherine Ffp2 in farmacia. Il prezzo varia da 10,80 centesimi a 2,50 euro. L’unica certezza? Ora che sono obbligatorie per legge, le Ffp2 le paghi tu. Perché, per ragioni poco comprensibili, l’obbligo è arrivato senza un prezzo calmierato.
Il nuovo decreto del governo, pubblicato la vigilia di Natale, ha prorogato lo stato di emergenza fino al 31 marzo 2022 e ha introdotto una stretta alle restrizioni anti Covid in vigore. Tra le misure a maggior impatto: l’uso di mascherine Ffp2 in tutti i luoghi a rischio assembramento. L’orientamento del governo è di pensionare dai luoghi chiusi quelle chirurgiche che l’hanno fatta da padrone per quasi due anni ma che lo stesso Cts, alla fine, ritiene inidonee come strumento di protezione. Disco verde in favore delle Ffp2 che hanno una capacità filtrante in ingresso pari al 90% contro il 20% delle prime. Il ragionamento è che le prime, in microfibra, proteggono prevalentemente verso l’esterno, per cui sono utili solo se indossate da tutti, le altre garantiscono una barriera doppia. Entrambe, va ribadito, sono monouso: dopo 8 ore andrebbero gettate. Ma qualcosa tra le une e le altre cambia: su quelle chirurgiche lo Stato ha investito per garantire un prezzo d’acquisto bloccato; sulle FFp2 no (almeno per il momento).
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In generale le Ffp2 hanno un prezzo più elevato rispetto alle mascherine chirurgiche, mediamente tra i 0,80 centesimi e i 2,5 euro. Visto però il decreto Festività appena entrato in vigore, è possibile che, visto l’aumento della domanda, anche i prezzi possano aumentare. Anche se sono circolate ipotesi di prezzi calmierati imposti dal governo, almeno per alcune categorie come i pendolari. Mentre le associazioni di consumatori spingono per la gratuità. «Chiediamo al Governo di rendere gratuiti sia i tamponi, sia le mascherine Ffp2, per tutti i cittadini vaccinati, seguendo l’esempio di altri paesi europei, perché è inaccettabile che le disposizioni in materia sanitaria si trasformino in un enorme business per pochi, e in una spesa ingente per la collettività», incalza il presidente del Codacons Carlo Rienzi.
La polemica parte dalla scuola. Il 10 gennaio si tornerà in classe: gli studenti potranno continuare a utilizzare le mascherine chirurgiche, ma la struttura commissariale fornirà al personale scolastico mascherine Ffp2 e Ffp3 nel caso in cui ci siano alunni esentati dall’utilizzo dei Dpi. Il generale Figliuolo ha anche garantito 5 milioni di euro per questo. La scelta ha mandato subito in ebollizione il mondo della scuola. I sindacati e l’associazione dei presidi contestano apertamente la decisione di non garantire i dispositivi di protezione indicati come idonei a tutto il personale scolastico, specie da che diventa presidio obbligatorio in tutti i luoghi chiusi, mezzi pubblici compresi, anche in riguardo al fatto che i numeri dei contagiati indicano che proprio i minori in fase scolare sono la fascia più colpita, mentre le vaccinazioni per quell’età sono ancora poche.