La pandemia sta cambiando. Per questa ragione si cerca di cambiare il modo di vivere e convivere con il virus. E così la Spagna vorrebbe trattare il Covid come una «normale influenza», senza tracciare e confinare chiunque risulti positivo al test ma monitorando la situazione e controllando alcune zone a campione. Lo ha annunciato il premier Pedro Sanchez, il quale intende proporre la questione a livello europeo. Dato che l’aumento dei casi non è seguito da quello dei decessi per Covid, secondo Sanchez ci sono le condizioni per passare da un quadro di «pandemia» a uno di «malattia endemica» come è appunto l’influenza stagionale.
Sanchez ha avanzato la sua proposta partendo proprio dal dato statistico più evidente: contagi e decessi non camminano più di pari passo. Anche se i contagi crescono ancora vertiginosamente, i decessi no. In questi primi giorni dell’anno la Spagna sta viaggiando a una media di 124.000 nuovi casi giornalieri (erano 26.000 un mese fa); al tempo stesso i morti per Covid quotidiani sono 76 , poco più dei 50 circa di metà dicembre. Esponenti della comunità scientifica hanno già avvertito che sarebbe opportuno tenere d’occhio dati differenti dal semplice andamento dei contagi.
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«Abbiamo le condizioni per aprire, gradualmente e con cautela, il dibattito a livello tecnico ed europeo, per iniziare a valutare l’evoluzione di questa malattia con parametri diversi da quelli che abbiamo fino ad ora», ha affermato Sanchez in un’intervista alla radio Cadena Ser. «I protocolli stanno diventando più permissivi e anche le restrizioni perché la maggior parte di persone ormai hanno avuto contatti con virus e vaccini, li stanno proteggendo dalle forme gravi della malattia». Il premier spagnolo ha poi confermato l’esistenza di un piano per monitorare in maniera differente il Covid da parte delle autorità sanitarie: non sarà più necessario registrare ogni singola infezione né testare chiunque accusi dei sintomi. Resta inteso che chiunque continuerà a essere curato.
L’obiettivo è osservare Sars-Cov-2 come una qualsiasi altra malattia respiratoria. Le autorità sanitarie spagnole stanno lavorando da mesi a questa transizione per mettere a punto un piano per abbandonare gradualmente la sorveglianza universale del coronavirus, passando al sistema “sentinella”, quello utilizzato per anni contro l’influenza. Verrà creato un campione statisticamente significativo distribuito in punti chiave, come si fa con le indagini, che permetta di calcolare come si diffonde la malattia, la più lieve e la più grave, non più tramite un conteggio numerico dove sono inseriti tutti i casi ma un conteggio da cui vengano estrapolati i numeri più significativi.
Questa strategia è stata già pensata nell’estate 2020, all’indomani della prima tragica ondata di Covid-19 in tutto il mondo. Per ovvie ragioni, la Spagna non ha potuto attuarla fino ad oggi. Un cambio di passo, però, è pronto. I responsabili del Centro per il Coordinamento delle Allerte e delle Emergenze Sanitarie (CCAES), quelli del Rapporto Allerte, dove sono rappresentati i tecnici di tutte le comunità autonome e quelli del Centro Nazionale di Epidemiologia (CNE) hanno in programma diversi incontri per discutere di questo cambiamento: quando e come verrà attuato.