Nonostante le resistenze e i diversi tentativi di proroga, è scattato per avvocati e consulenti tecnici di ufficio l’obbligo di esibizione del Green pass base per accedere ai tribunali. Green pass che dal 15 febbraio diventerà “rafforzato” per gli ultracinquantenni. Gli avvocati non ci stanno e sono scesi in piazza per tutelare le libertà costituzionali. Prima fra tutte il diritto alla difesa, ex art. 24 della Costituzione che deve essere sempre e comunque salvaguardato e garantito, pena l’incostituzionalità di qualsiasi norma in senso contrario.
Fino a qualche giorno fa, «al fine di tenere indenne la funzione difensiva da qualsivoglia condizionamento, avvocati, altri difensori, consulenti, periti e altri ausiliari del magistrato estranei alle amministrazioni della giustizia erano esentati dall’obbligo di presentazione ed esibizione del Green pass». Adesso questo non vale più. Le disposizione contenute nel decreto legge n. 1 del 7 gennaio 2022 pongono l’obbligo per i difensori di accedere ai Tribunali e svolgere la propria funzione.
Barbara Fabbrini, capo dipartimento del ministero della Giustizia, ha firmato una nota, proprio al fine di sciogliere i dubbi sollevati dal Consiglio Nazionale Forense. Anzitutto, si precisa che l’obbligo di esibizione del Green pass per accedere ai Tribunali non può subire alcuna proroga. Inoltre, a partire dal 1° febbraio «saranno applicabili anche agli uffici giudiziari le regole di accesso a tutti gli uffici pubblici per i soggetti, diversi da quelli appartenenti alle categorie cui è dedicata una disciplina peculiare (come magistrati, avvocati, personale amministrativo) che per qualsiasi ragione debbano o intendano accedere ai palazzi di giustizia». Infine, dal 15 febbraio, si assisterà all’applicazione “delle disposizioni relative all’obbligo vaccinale per gli ultracinquantenni ed alla necessità del possesso del relativo Green pass rafforzato».
Contro queste disposizioni decine di avvocati in toga, in rappresentanza di numerose associazioni legali italiane, tra queste “IostoconlavvocatoPolacco”, “Sentinelle della costituzione”, “Comicost”, “Avvocati liberi, “Avvocati ultima linea”, questa mattina si sono sono dati appuntamento davanti la corte di Cassazione in Piazza Cavour a Roma per redigere e depositare un documento di denuncia contro le decisioni governative di limitazione dei diritti costituzionali e sovranazionali. Ma un muro di forze dell’ordine impedisce agli avvocati l’ingresso in Cassazione. «Questa è la certificazione della fine della democrazia», commenta l’avvocato Edoardo Polacco.
Una querela sottoscritta contro i firmatari dei decreti e conseguenti circolari per le quali gli avvocati over 50 non possono accedere in tribunali, carceri o uffici giudiziari se non sono vaccinati. Il riferimento, dunque, è all’obbligo vaccinale esteso dal governo a tutte le persone ultracinquantenni. «Il Governo sta tentando lo smembramento dell’ultimo baluardo di Giustizia rimasto in Italia, dopo che la Magistratura è affondata nel fango delle denunce di Palamara ed il Csm è stato screditato dal Consiglio di Stato che ha annullato definitivamente tutte le più importanti nomine svolte negli ultimi mesi, evidentemente in continuità con il sistema Palamara», si legge in una nota.
https://fb.watch/aF9DMJ6XU1/
Gli avvocati accusano il governo di aver scritto una norma che di fatto vieta «ad un cittadino di avere la certezza di un proprio legale di fiducia», ma anche «a milioni di cittadini di vivere del proprio stipendio perché sospesi dal loro posto di lavoro, vieti di andare a prelevare i propri soldi in banca o le proprie pensioni alle poste perché privi di Green pass “rafforzato”». Gli avvocati in toga ritengono che l’avvocatura sia «l’unico simbolo di purezza e moralità». Questa però «non può consentire il proprio smembramento, attraverso norme gravemente istituzionali, prive di qualsiasi logica anche scientifica, frutto di disparità di trattamento tra cittadini e di persecuzione di una parte della popolazione».