A casa da scuola, ma in attesa di quarantena. Liberi di uscire, salvo che stare in classe. Tamponi per rientrare gratuiti per tutti, ma per ora solo sulla carta. Sono due dei tanti paradossi provocati dalle nuove norme e della fatica che le scuole fanno per applicarle con i numeri attuali del contagio. Le regole sono infatti piuttosto complesse, hanno tempistiche difficili da rispettare e stanno avendo conseguenze rilevanti per le famiglie. In pochi giorni la situazione è diventata insostenibile e moltissimi tra dirigenti scolastici, genitori e presidenti di regione hanno chiesto al ministero correzioni urgenti: l’obiettivo è semplificare le norme, per capirle e applicarle con maggiore facilità.
Le regole in vigore variano a seconda del grado di istruzione e sono diverse tra studenti vaccinati e non vaccinati. Nelle scuole dell’infanzia e negli asili nido, se nella classe o nella sezione c’è un caso positivo le attività sono sospese e i bambini sono in quarantena per 10 giorni. Per le scuole elementari, invece, se in una classe c’è un caso positivo l’attività prosegue in presenza ma tutti gli studenti devono fare immediatamente un test antigenico rapido o molecolare (detto “T0”), e ripeterlo dopo cinque giorni (“T5”). In presenza di due o più positivi è prevista per tutta la classe la didattica a distanza per dieci giorni.
Per le scuole medie e superiori sono previste differenze a seconda che gli studenti siano vaccinati o meno. Se nella classe viene rilevato un caso di positività si applica solo l’autosorveglianza. La didattica resta in presenza e vale l’obbligo di indossare le mascherine Ffp2. Con due casi positivi nella stessa classe è prevista la didattica a distanza per 10 giorni per gli studenti che non hanno avuto la dose di richiamo, per quelli che hanno completato il ciclo vaccinale primario da più di 120 giorni e per chi è guarito dal Covid-19 da più di 120 giorni. A tutti gli altri si applica invece l’autosorveglianza con l’obbligo di utilizzo di mascherine Ffp2. Nel caso in cui invece ci siano almeno tre contagiati nella classe, si applica a tutti la didattica a distanza per dieci giorni
«Nella maggior parte delle scuole si lavora nel caos perché il servizio, completamente snaturato, deve supplire alle carenze di quello sanitario territoriale», ha detto Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi. Da qui due richieste per «salvare» scuola e famiglie. La prima: uniformare le regole dentro e fuori la scuola, superando le incongruenze tra circolari ministeriali e decreto legge in vigore. La seconda: sospendere il tracciamento dei contatti, niente più tampone al giorno zero e al giorno cinque alle elementari e autosorveglianza per i positivi asintomatici.
L’Anp ha chiesto più volte di semplificare le regole. La richiesta è stata sostenuta dai presidenti delle regioni, che hanno chiesto meno vincoli, per tenere aperte le scuole il più possibile e creare meno problemi alle famiglie. La richiesta principale consiste nella sospensione della didattica in presenza solo per gli studenti con sintomi. Nel documento, che Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto hanno inviato al ministro Speranza il 21 gennaio, si legge che «in considerazione dell’attuale scenario epidemiologico, caratterizzato da una elevatissima circolazione virale», «non risulta sostenibile la strategia di sorveglianza con testing (T0/T5) prevista nelle scuole primarie». E così anche «le misure di contact tracing», ma che occorre individuare «misure specifiche per tale contesto in un’ottica di auto-sorveglianza dei singoli alunni individuati come positivi».
I presidenti delle regioni hanno chiesto anche di consentire il rientro in classe senza tampone negativo. «Penso che a scuola bisognerebbe introdurre il fatto che anche i bambini e i ragazzi che sono vaccinati vengano privilegiati sulle quarantene esattamente come gli adulti», ha detto il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. «Non si capisce perché un adulto se viene a contatto con un positivo ed è asintomatico possa non fare la quarantena e i ragazzi no».