Il rientro a scuola dopo le vacanze natalizie non slitta: gli studenti torneranno in classe, come previsto, tra il 7 e il 10 gennaio. Lo stesso presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso della conferenza di fine anno aveva assicurato che non ci sarebbero stati posticipi. E, nonostante l’aggravarsi del quadro epidemiologico, la linea non sarebbe cambiata nelle ultime ore. Rigettata, dunque, la proposta del governatore della Campania Vincenzo De Luca di ritardare di venti o trenta giorni la ripresa delle attività didattica «per raffreddare il picco di contagio».
Ma come si tornerà? L’idea degli assessori regionali di tenere in Dad i non vaccinati, che inizialmente sembrava riscontrare il favore politico e dei presidi, oggi non viene presa in considerazione. Dopo la protesta formale dei sottosegretari Sasso e Floridia, che ieri hanno paventato la possibilità che gli studenti non vaccinati siano discriminati, arriva anche la presa di posizione dei presidi: «Era stato annunciato che sarebbero stati organizzati hub per fare tamponi agli studenti in vista della riapertura delle scuole- dice il capo dell’associazione nazionale presidi Antonello Giannelli – Sarebbe questa la misura da attuare, la cosa migliore dopo le feste, ma a pochi giorni dalla riapertura non ne abbiamo contezza. Noi come Anp siamo contrari a mettere in Dad i ragazzi non vaccinati perché sarebbe una discriminazione. Se la proposta è questa o rimandare gli ingressi vuol dire che la scuola farà le spese di una serie di mancanze. Di questo passo si rischia la distruzione del settore». Critica anche la presidente della Sip, Società italiana di pediatria, Annamaria Staiano, che definisce «di sicuro una discriminazione» il suggerimento di alcuni governatori di differenziare la quarantena fra bimbi vaccinati e non.
Adesso i governatori sarebbero ora al lavoro per definire il numero minimo di contagi in classe, oltre il quale dovrebbe scattare la Didattica a distanza indistintamente se gli studenti sono vaccinati o no. In vista della riunione della Commissione salute, le Regioni valutano tre o quattro contagi come soglia che possa far scattare la quarantena.
Intanto, il decreto legge approvato il 23 dicembre ha introdotto l’obbligo delle mascherine Ffp2 per gli operatori della scuola e nei giorni scorsi il ministero ha iniziato la ricognizione per capire quante ne dovranno essere distribuite dalla struttura commissariale. Secondo le regole, le mascherine dovranno essere indossate dal personale che lavora a contatto con gli studenti, in particolare nelle classi dove ci sono alunni che non indossano la mascherina perché esentati per motivi di salute. Inoltre a partire da gennaio saranno operative squadre di medici e infermieri dell’esercito per aiutare le regioni e le aziende sanitarie a gestire i tamponi a scuola.