In queste settimane dominate dalla possibilità di un’invasione russa dell’Ucraina, una delle questioni più dibattute è la dipendenza dell’Europa dalle importazioni di gas naturale russo. Se la Russia decidesse come rappresaglia di interrompere le forniture di gas, in risposta a un duro scontro politico o addirittura militare con l’Europa, le conseguenze sarebbero quindi estremamente serie anche per l’Italia.
Il ministero della Transizione ecologica ha pubblicato il nuovo censimento bilancio italiano del gas, aggiornato a tutto il 2021. Ecco qualche numero. Nel 2020 il 43,3% del gas naturale importato dall’Italia proveniva dalla Russia, che è di gran lunga il primo fornitore di gas nel paese. Nelle forniture italiane hanno anche un grosso peso l’Algeria (22,8%), la Norvegia e il Qatar (entrambi attorno al 10%). Se la Russia decidesse di interrompere del tutto le forniture di gas, l’Italia perderebbe quasi la metà delle sue importazioni.
Nel 2020, in Italia, il gas naturale corrispondeva al 31% del totale dell’energia consumata nel paese. È quasi tutto gas importato: dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021 i giacimenti italiani hanno prodotto appena 3,34 miliardi di metri cubi di gas. Il 18,6% in meno rispetto a un 2020 già reso sconfortante dalle chiusure sanitarie. Ai primi anni 2000 l’Italia ne estraeva circa 20 miliardi di metri cubi l’anno.
In Europa la situazione è più varia, ma la dipendenza dal gas russo è comunque notevole. Il grande paese più esposto è certamente la Germania, che importa dalla Russia circa la metà del suo gas, mentre in altri stati più piccoli, come l’Austria e la Slovacchia, la dipendenza è ancora maggiore. La Francia è invece relativamente meno esposta, soprattutto grazie al suo ampio uso dell’energia nucleare.