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Perché la Corte Costituzionale ha bocciato il referendum sull’eutanasia

Per i giudici «non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana». Marco Cappato: «Brutta notizia per la democrazia»

Redazione di Redazione
Febbraio 16, 2022
in Italia
Tempo di lettura: 2 mins read
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Perché la Corte Costituzionale ha bocciato il referendum sull’eutanasia

La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sull’eutanasia legale, chiesto con una raccolta firme organizzata nei mesi scorsi dall’Associazione Luca Coscioni. La Consulta ha fatto sapere che il quesito, che proponeva la depenalizzazione dell’omicidio del consenziente, è stato bocciato perché «non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili». La sentenza integrale della Corte sarà disponibile nei prossimi giorni.

Il referendum proponeva di abrogare una parte dell’articolo 579 del codice penale, che punisce l’omicidio di una persona consenziente: in questo modo sarebbe stata permessa l’eutanasia attiva, che avviene quando il medico somministra il farmaco necessario a morire e che al momento è illegale in Italia. Era stata proprio la Corte Costituzionale ad avviare di fatto un dibattito pubblico sull’eutanasia e il suicidio assistito quando nel 2019 era intervenuta sulla morte di Fabiano Antoniani, noto anche come dj Fabo, stabilendo che a determinate condizioni non è punibile una forma di eutanasia definita assistenza al suicidio, cioè quando una persona di fatto permette a un’altra di suicidarsi.

Concretamente, la sentenza stabilì che in Italia si può aiutare una persona a morire senza rischiare di finire in carcere se quella persona ha una patologia irreversibile, se la patologia irreversibile le provoca sofferenze fisiche o anche solamente psicologiche per lei intollerabili, se la persona è pienamente capace di decidere liberamente e consapevolmente, e se è tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale. La Corte Costituzionale aveva di fatto spinto il Parlamento ad approvare una legge in merito: un testo base sul suicidio assistito era stato approvato nell’estate del 2021 dalla commissione Giustizia della Camera, ma da allora non ci sono stati altri sviluppi concreti.

La #Consulta ha deciso: non potremo votare il Referendum #EutanasiaLegale.
Percorriamo altre strade: disobbedienza civile, ricorsi. Mi dispiace per chi dovrà sopportare ancora una condizione di sofferenza, e per la democrazia italiana. Ma otterremo l’obiettivo.

— Marco Cappato (@marcocappato) February 15, 2022

Il comitato promosso dall’associazione Luca Coscioni per questo referendum aveva raccolto oltre 1 milione e 200 mila firme, tra fisiche ed elettroniche. Per Marco Cappato , dell’associazione Luca Coscioni, la decisione della Corte è «una brutta notizia» per «coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a lungo» e «per la democrazia italiana». «Proseguiremo con altri strumenti. Come con Piergiorgio Welby e Dj Fabo. Andremo avanti con la disobbedienza civile, faremo ricorsi – aggiunge Cappato – Eutanasia legale contro eutanasia clandestina».

Tags: Associazione Luca CoscioniCorte costituzionaleEutanasiaMarco CappatoReferendum sull'eutanasia legale
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© 2021 Casa editrice: MAURFIX S.r.l.
P. IVA 02713310833 - ROC n. 31556 - ISSN 2611-528X
PICKLINE è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Roma n. 89 del 22/05/2018
Fondatore e Direttore Editoriale: Maurizio Andreanò
Direttore Responsabile: Gianluca Santisi
Mail: redazione@pickline.it

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