Un sit-in di autotrasportatori contro l’aumento del costo del carburante in Sicilia davanti al casello di San Gregorio, lo svincolo dell’A18 per entrare e uscire a Catania. In Puglia la minaccia che circola da ieri è di «fermare la circolazione per 8 giorni» e i primi blocchi hanno già creato disagi, da Taranto a Bari. Monta la rabbia dei camionisti al Sud, mentre le prime spontanee proteste hanno già iniziato a bloccare le attività di movimentazione delle merci, come quelle di carico e scarico.
E sale la tensione. In Puglia sulla Strada Statale 16, nei pressi di Torremaggiore, nel Foggiano nel corso della protesta degli autotrasportatori uno dei manifestanti è stato ferito al fianco con un coltello da un automobilista. Diversi presidi di protesta contro il caro benzina sono stati organizzati sulla statale 16 tra Foggia e San Severo, tra Orta Nova e Carapelle e all’ingresso di Lucera. Presenti anche numerosi trattori e altri mezzi agricoli.
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Non solo in Puglia, anche in Campania e Sicilia i camionisti stanno scioperando in queste ore contro il caro carburante. Diversi “blocchi mobili” si sono registrati lungo i tratti autostradali campani: decine di camion hanno effettuato blocchi nei pressi delle barriere di Napoli Nord, lungo l’A1 Milano-Napoli, e sull’A30 Caserta-Salerno, alla barriera di Mercato San Severino. Inoltre, i tir hanno bloccato il casello di Caianello lungo il tratto casertano dell’A1, con disagi per gli automobilisti.
Vanno avanti le manifestazioni degli autotrasportatori in Sicilia. I sindaci di Comiso, Acate, Vittoria, Santa Croce Camerina e Ragusa si sono schierati al fianco dei produttori del settore ortofrutticolo e florovivaistico contro la protesta organizzata dai camionisti, che sta di fatto bloccando il comparto. Un presidio di un centinaio di autotrasportatori contro l’aumento del costo del carburante è in corso davanti al casello dell’A18 di San Gregorio, si tratta dello svincolo per entrare ed uscire a Catania, per l’autostrada che collega il capoluogo etneo e Messina.
Il problema sta nei prezzi del gasolio. L’incremento dei costi legati all’energia di questi ultimi mesi, infatti, non ha interessato solo la luce e il gas. Se un anno fa il prezzo del diesel alla pompa era di 1,35 al litro, oggi la media del diesel servito cresce a 1,867 euro (dato aggiornato al 22 febbraio 2022): e il pieno di un camion è arrivato a costare 1.200 euro). A seguito della ripresa degli spostamenti e dell’impennata del prezzo alla pompa della benzina, del diesel e del Gpl per autotrazione, l’Ufficio studi della Cgia ha stimato che nel 2021 l’erario ha incassato un maggior gettito di circa 1 miliardo di euro.
In Italia il 70% circa delle merci viaggia su gomma e l’89% del traffico merci su strada è ad appannaggio del trasporto nazionale. Per fare un esempio: nell’ultimo anno sulle principali tratte autostradali un tir di portata superiore alle 11 tonnellate per percorrere la Venezia-Torino ha subito un incremento di costo, rispetto a un anno fa, di oltre 70 euro, mentre Sulla Milano-Roma, la Bologna-Napoli e la Roma-Trento, il rincaro si aggira ormai supera i 100 euro. Gli aumenti generalizzati in un anno hanno superato il 25%.
Parla di «situazione tesa» la Fit-Cisl, che chiede all’esecutivo di non ignorare la crisi. «Da un lato il governo con il decreto Milleproroghe ha meritoriamente introdotto voucher per aiutare i giovani under 35 a conseguire le costose patenti e abilitazioni necessarie per guidare i mezzi pesanti – osserva – dall’altro coerentemente ora deve agire per sostenere il settore colpito dalla crisi energetica».