Lo zainetto del bambino italiano ha una costante: merendine e snack con elevato contenuto energetico, ricchi in grassi saturi, zuccheri raffinati e sale. L’obesità infantile sta assumendo di anno in anno proporzioni sempre più preoccupanti. In Italia 2 bambini su 10 sono sovrappeso e 1 su 10 è obeso. Il problema può iniziare in età pediatrica, con notevoli ripercussioni sulla salute a breve e a lungo termine. Ne abbiamo parlato con Francesco Guglielmo, specialista in pediatria e allergologia, membro della Società Italiana di Allergologia e immunologia Pediatrica (SIAIP) e della Società Italiana Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI), già Coordinatore Regionale Società Italiana di allergologia e Immunologia Pediatrica per la Regione Sicilia.
Quali sono le cause più probabili di questo aumento esponenziale dei casi di sovrappeso e obesità tra i bambini?
«Stile di vita e abitudini alimentari scorrette: sono queste le maggiori cause del sovrappeso in età pediatrica. Saltare la colazione, consumare una merenda eccessivamente calorica, mangiare poca frutta e verdura, bere bevande gassate e dedicare poco tempo all’attività sportiva sono alla base dell’aumento di peso nei bambini. Contrariamente a quanto comunemente si crede, in pochissimi casi l’obesità è causata da una malattia genetica o endocrina, mentre è quasi sempre dovuta a piccoli, continui squilibri tra assunzione calorica e spesa energetica. Purtroppo, i genitori tendono a riconoscere solo tardivamente l’eccesso di peso nel loro bambino, sottovalutando gli errori alimentari e lo stile di vita sedentario che ne sono alla base. Molto spesso il sovrappeso e l’obesità iniziano proprio in famiglia ed è sbagliato pensare che il peso in eccesso se ne vada spontaneamente nel processo di crescita».
Perché la prevenzione è importante?
«Una corretta educazione alimentare è il primo passo. L’esercizio fisico poi, se abbinato a un corretto regime alimentare, può risolvere buona parte dei problemi causati dalla sedentarietà e dall’eccessivo peso corporeo. I bambini si muovono poco, stando rinchiusi in casa seduti davanti alla televisione, ai videogiochi o al pc. E la pandemia non ha fatto altro che aggravare la situazione. Circa il 40% dei bambini e adolescenti italiani ha modificato le proprie abitudini alimentari: il 27% ha mangiato di più, incrementando in particolare il consumo di snack (60,3%), di succhi di frutta (14,0%) e di bibite (10,4%). Di contro, è aumentato di circa 5 ore al giorno il tempo passato davanti a uno schermo nei bambini di età compresa tra 6 e 18 anni (complice la Dad). Serve un cambio di rotta».
Cosa possono fare i genitori per prevenire il sovrappeso dei figli?
«I genitori hanno un ruolo fondamentale nel prevenire questo problema, dando il buon esempio e proponendo a tutta la famiglia una corretta alimentazione, con una dieta bilanciata senza eccessi proteici e di zuccheri ma ricca invece di frutta, verdure e legumi. Un aspetto fondamentale del cibo è la convivialità. Sì, dunque, ai pasti consumati in famiglia. Sono momenti importanti per la giornata del bambino e diversi studi rivelano che queste occasioni di consumo aiutano a mantenere una dieta più ricca e varia, tanto che risultano avere un lieve effetto protettivo contro lo sviluppo di sovrappeso e obesità nei bambini. Si consiglia quindi di consumare almeno 5 pasti alla settimana in famiglia per promuovere sani comportamenti alimentari, prestando attenzione alle porzioni corrette per età».
Quali sono i princìpi per una corretta alimentazione in età infantile?
«Iniziare la giornata con la colazione. Consumare cibo nella fascia oraria compresa tra le 6 e le 9 del mattino riduce il rischio di sviluppare obesità in età pediatrica. Al contrario se la prima colazione viene saltata si verifica un consumo di alimenti eccessivo e sproporzionato nelle ore successive, che incide sul bilancio energetico con un eccesso di assunzione energetica rispetto alla spesa energetica giornaliera. Una sana colazione, quindi, rappresenta una prima linea guida per educare i bambini a una sana alimentazione. Poi i bambini fino ai 12 anni dovrebbero mangiare almeno 5 volte al giorno: diversi studi suggeriscono un possibile effetto nella riduzione del senso di fame garantito da regolari frequenze alimentari. Oltre ai 3 pasti principali (colazione, pranzo e cena), si raccomanda dunque di consumare 2 spuntini, uno a metà mattina e uno a metà pomeriggio con l’intenzione di ridurre la fame fino al pasto successivo».
Cosa si dovrebbe mettere negli zainetti dei bambini per la scuola?
«Gli spuntini devono esserci e dovrebbero essere fonte di vitamine e fibre, quindi sì alla frutta fresca e di stagione, no ai succhi di frutta industriali anche questi, infatti, presentano un apporto di zuccheri squilibrato. Preferire i frullati o le spremute di frutta. Oltre alla frutta si possono consumare anche ortaggi crudi, come carote, finocchi, cetrioli, ognuno in base alla propria stagionalità. Buona anche l’idea di un piccolo panino, meglio se prodotto con farina integrale, e condito con del pomodoro o un velo di marmellata. Io consiglio di mettere nello zainetto dei bambini una banana, un’ottima fonte di potassio oltre che ricco di vitamine importanti come la B o la C».
Perché è importante fare sport?
«È importante incoraggiare un’attività fisica giornaliera di intensità moderata per almeno 60 minuti in tutti i soggetti di età compresa tra 3 e 17 anni. In età pre-scolare il bambino deve praticare attività motorie di base libere e spontanee, come correre, saltare, camminare, arrampicarsi. Solo in seguito potrà dedicarsi a un’attività motoria organizzata, che piaccia e sia motivo di gratificazione. Ma ciò che deve essere assolutamente modificato è lo stile di vita. Quindi, se possibile, andare a scuola a piedi o in bicicletta, usare le scale anziché l’ascensore, ridurre le ore passate davanti alla tv o ai videogiochi».
Quali sono i rischi per la salute di un bambino con problemi di sovrappeso?
«Nonostante i rischi derivanti da una condizione di obesità siano a tutti ben noti, i numeri continuano ad aumentare. Fino a qualche anno fa, si riteneva che l’obesità infantile costituisse un problema solo perché esponeva a un rischio più elevato di mantenere un eccesso ponderale in età adulta. Studi recenti hanno invece dimostrato che le complicanze dell’obesità possono comparire anche nel periodo infantile: un bambino obeso su 3 rischia di sviluppare complicanze patologiche come ipertensione, colesterolemia, ipertrigliceridemia, insulino-resistenza o intolleranza glucidica. Queste alterazioni lo pongono a rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e metaboliche serie in età sempre più precoce».