Che sia l’anno della ripresa per il turismo, se lo augurano in molti. La pandemia da coronavirus ha spogliato le nostre montagne portandone alla luce pregi e difetti, ha svelato vecchi e nuovi problemi. Agitare i territori per costruire modelli che “muovono montagne” con politiche green che permettano ai giovani imprenditori, alle cooperative di comunità, artigiani digitali e startup di investire nel settore green e che credono nella costruzione del prodotto turistico integrato legato all’economia della montagna.
Lavorare ad una vera e propria cultura dello sviluppo della montagna, stimolare sinergie e scambio di buone pratiche tra comuni e camminatori, rivitalizzare le aree interne e rurali, orientare allo sviluppo delle eccellenze territoriali valorizzando al contempo l’unità identitaria del “made in Italy” accomuna le varie attività produttive locali, offrendo impulso ai green jobs e un sostegno concreto alle giovani imprese. Si tratta della possibilità di incubatori d’impresa “green jobs” per diffondere la cultura dello sviluppo nelle terre di montagna; stimolare sinergie e scambio di buone pratiche tra operatori turistici e amministrazioni locali; rivitalizzare le aree rurale interne attraverso adeguate offerte turistiche legate alla natura, ambiente e paesaggi; mirare allo sviluppo delle eccellenze territoriali ponendo a sistema, dove possibile, le varie attività produttive locali, delle giovani imprese. Perché sentieri e cammini determinate da tutte quelle attività outdoor e open air sono il filo conduttore della nuova forma di turismo di montagna dove è possibile investire in occupazione e attività redditizie.
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Su quali basi è possibile sviluppare le attività occupazionali ed economiche nel green jobs? Si parte dai restauri di vecchie chiese, case cantoniere, di vecchi casolari per bivacchi o ospitalità temporanea; installazione di piccole strutture ricettive in legno per tuffarsi completamente nella natura; attivazione di un network di attività all’aria aperta per offrire opportunità turistiche e sportive in montagna e una comunicazione turistica digitale e innovativa. Ma sono tante le iniziative da poter mettere in campo: soluzioni di ospitalità diffusa legate alle esperienze sportive al recupero di “terrazzamenti” per realizzare degli orti didattici nei boschi; un polo di formazione e ricerca nel campo del benessere fisico e della salute psicofisica con attività lungo i cammini e trekking; tour operator per gestire servizi turistici legati al territorio; imprese agricole incentrate sulla coltivazione, la lavorazione e la vendita dei frutti tipici e dei suoi derivati; fattorie didattiche per avvicinare i bambini e i giovani alla natura e l’attivazione delle tre linee guida per i cammini: sentieri, segnaletica sicurezza.
A tal proposito non è passata inosservata l’interessante iniziativa della prima conferenza internazionale “Giovani Talenti dell’Ospitalità Conference 2022″, la prima dedicata al mondo del turismo delle giovani generazioni dove si è discusso anche del tema relativo alle innovazioni nel turismo di montagna. Una conferenza dai risvolti positivi in cui dalle diverse relazioni sono emerse diverse iniziative per raggiungere la competitività e la sostenibilità del settore turistico: i nostri territori hanno bisogno della giusta base di capitale umano giovanile che soddisfi le richieste del mercato attuali e future e, in definitiva, aumenti la competitività e la sostenibilità delle destinazioni turistiche. La GTO-2022, fondata e organizzata dal progettista Kledis Brahimi insieme a Micol Zarfati ed Asia Troisio, ha visto la partecipazione di numerosi relatori intervenuti e giovani interessati ai diversi argomenti trattati durante le masterclass, i talk, le tavole rotonde tra i giovani ed il mondo dell’ospitalità e i preziosi momenti di dialogo con esperti del settore dell’ospitalità nel settore del turismo.
Al turismo di montagna fatto di sentieri, cammini trekking e pellegrinaggi fa eco la lettera del Papa per la preparazione ed organizzazione del Giubileo del 2055 dedicato ai “pellegrini di speranza” dunque alla dimensione ambientale dove prioritariamente «non trascuriamo lungo il cammino, di contemplare la bellezza del creato e di prenderci cura della nostra casa comune. In effetti, un numero crescente di persone, tra cui molti giovani e giovanissimi, riconosce che la cura per il creato è espressione essenziale della fede in Dio e dell’obbedienza alla sua volontà» (Papa Francesco, lettera al Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, 11 febbraio 2022).
Di contro il tavolo sinodale romano rafforza l’idea in cui l’accoglienza di pellegrini e turisti deve indurre gli operatori turistici a comprendere che oggi il modo di viaggiare è cambiato e sono cambiati i mercati, in generale, ma il mercato del turismo cambia e cambierà in modo strutturale. «Il pellegrino – ha sottolineato Fisichella, Presidente Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione – diventa sempre più turista e il turista pellegrino. Arrivano sempre meno gruppi organizzati e sempre più persone singole. Dobbiamo quindi pensare a un’accoglienza valida sia per gli uni che per gli altri». Si inserisce tra questi cambiamenti la riscoperta dei cammini, che attraggono un numero sempre maggiore di viaggiatori: «Il mettersi in cammino – ha spiegato l’arcivescovo Fisichella – è un’esperienza che aggrega. Vivere il territorio camminando favorisce lo scambio e l’incontro». Le relazioni e gli incontri con le altre comunità locali ospitanti favoriscono le contaminazioni di nuove esperienze tra i giovani e dei giovani. I giovani oggi vogliono diventare attori protagonisti del loro destino, della crescita del loro futuro. Si, vogliono nutrire i loro animi di nuova cultura e di nuove esperienze umane e lavorative.