Se tra i piani di Putin c’era anche quello di incrinare i rapporti all’interno della Nato ci sta riuscendo. Mentre gli Stati Uniti e i principali Paesi del Patto aprono le porte alle storicamente neutrali Svezia e Finlandia che chiedono protezione dal rischio di un attacco di Mosca, la Turchia di Recep Tayyip Erdoğan mette il proprio veto. È lo stesso presidente turco a dichiarare che «sarebbe un errore l’ingresso nella Nato di Finlandia e Svezia».
«I Paesi scandinavi sono come una guest house per numerose organizzazioni terroristiche» ha spiegato al Daily Sabah . Il riferimento è ai militanti curdi del Pkk, in Turchia, e dell’Ypg, in Siria che sono stati sempre ben accolti a Stoccolma insieme ai seguaci di Fethullah Gulen, il predicatore accusato del fallito colpo di Stato del 2016. Mentre Ankara ha sempre avuto un buon rapporto con la Finlandia, in passato c’erano state forti frizioni con la Svezia per il suo appoggio ai curdi siriani dell’Ypg, che peraltro sono sempre stati supportati dagli Stati Uniti.
Il governo turco non ha preso comunque ancora una posizione formale in merito e, d’altra parte, Helsinki e Stoccolma non hanno formalizzato la loro domanda anche se, nella giornata di giovedì, il presidente e la premier finlandesi, Sauli Niisto e Sanna Marin, avevano espresso la volontà che il loro Paese potesse aderire «senza indugi».
La procedura per entrare nell’Alleanza è lunga e complessa, e può durare diversi anni. Per entrare nella Nato, un paese deve inviare una richiesta formale, che deve essere stata precedentemente approvata dal proprio parlamento. Inizia poi una procedura divisa sostanzialmente in tre fasi. La prima, per gli aspiranti membri, comprende una serie di discussioni e negoziati preliminari; la seconda, per i paesi formalmente candidati a entrare nell’alleanza, prevede l’applicazione delle riforme richieste per farne parte; la terza è quella del concreto ingresso del paese candidato nella Nato.
L’Alleanza prepara poi il Protocollo d’adesione relativo al paese candidato, che nei fatti è un emendamento al Trattato di Washington, il testo fondante dell’alleanza. Il Protocollo dovrà quindi essere firmato e poi ratificato dai paesi membri, con procedure che variano da paese a paese: in Italia e negli Stati Uniti, per esempio, ci vuole un voto del parlamento, che non è invece richiesto nel Regno Unito.
Ma una posizione contraria della Turchia impedirebbe l’ingresso dei due Paesi, visto che serve l’unanimità dei suoi 30 membri. Non è certo una situazione facile per Finlandia e Svezia la cui volontà di adesione all’Alleanza atlantica, dopo decenni di neutralità, ha già scatenato l’ira del Cremlino, che ha minacciato di mettere in atto reazioni politiche e militari nel caso di un effettivo ingresso di Helsinki e Stoccolma.