L’asma è una delle malattie più comuni dell’infanzia. Le prime manifestazioni di asma nel bambino, però, passano spesso inosservate e, in molti casi, la diagnosi tarda ad arrivare. Tosse e respiro sibilante possono comparire già nei primi anni di vita, come episodi isolati oppure associati a una bronchite o un’altra infezione respiratoria. Questo perché le vie aeree del bambino sono più piccole e ristrette rispetto ad un adulto e quando vanno incontro ad un episodio infettivo possono presentare sintomi che richiamano l’asma bronchiale. Per questo non è semplice distinguere tra sintomi da raffreddamento ricorrenti e manifestazioni asmatiche. Fortunatamente i test oggi disponibili consentono diagnosi precise che permettono di prescrivere al bambino le terapie adeguate per tenere sotto controllo i sintomi ed educare l’intera famiglia a gestire la malattia. Ne abbiamo parlato con Francesco Guglielmo, specialista in pediatria e allergologia, membro della Società Italiana di Allergologia e immunologia Pediatrica (SIAIP) e della Società Italiana Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI), già Coordinatore Regionale Società Italiana di allergologia e Immunologia Pediatrica per la Regione Sicilia.
Quali sono gli esami per diagnosticare l’asma nei bambini?
«Nonostante l’elevata frequenza dell’asma, circa 5,5 milioni di bambini nell’Unione Europea, allo stato attuale non esiste un singolo test gold-standard per confermare la diagnosi. Ma la spirometria è un test fondamentale per la diagnosi di asma e soprattutto per seguirne l’andamento nel tempo. È particolarmente importante nelle forme ricorrenti e croniche di asma nei bambini in età scolare con problemi respiratori. Fornisce informazioni sulla quantità d’aria (i volumi) emessa all’esterno dell’organismo e sulla velocità (i flussi) con cui essa viaggia e fuoriesce dall’apparato respiratorio. Sono disponibili attualmente dispositivi portatili che consentono di effettuare questo esame nell’ambulatorio del pediatra, sia in condizioni “basali”, sia confrontando i valori ottenuti con quelli dopo terapia broncodilatatrice. Riconoscere l’asma fin dai primi segnali è però molto importante per prescrivere al bambino le terapie adeguate, tenere sotto controllo i sintomi e educare l’intera famiglia a gestire la malattia».
Come si esegue la spirometria?
«La spirometria consiste nell’esecuzione di un’inspirazione massimale che raggiunga la capacità polmonare totale, seguita da un’espirazione rapida e forzata che va continuata fino allo svuotamento dei polmoni e che corrisponde al raggiungimento del volume residuo, vale a dire la quantità d’aria che resta sempre nei polmoni e che non è possibile espirare. Prima di cominciare l’esame spirometrico l’operatore eseguirà una indagine anamnestica per rilevare indicazioni all’esame ed eventuali controindicazioni. Il piccolo paziente sarà invitato a respirare attraverso un boccaglio monouso dopo aver tappato il naso con uno stringinaso (per evitare perdite di aria per via nasale) eseguendo le manovre respiratorie richieste che verranno spiegate accuratamente dall’operatore. Il boccaglio è collegato ad un misuratore del flusso e del volume di aria mobilizzata dal paziente che trasforma il segnale in valori numerici ed immagini grafiche».
Da quale età è possibile effettuare il test?
«Tradizionalmente, si considerava come età migliore per poter eseguire la spirometria l’età scolare. Il test, infatti, richiede un certo grado di collaborazione, ed è quindi fattibile solitamente in bambini di età superiore a 5-6 anni. Anche se, con le tecniche moderne, in particolare con l’uso degli incentivatori e con personale adeguatamente preparato, è possibile eseguire test attendibili anche dall’età di 3-4 anni. Gli incentivatori sono applicazioni create appositamente per i bambini che rendono visibile il flusso d’aria emesso tramite animazioni molto accattivanti, aiutandoli così a raggiungere la migliore prestazione possibile».
Come si interpreta un esame spirometrico?
«Si basa sulla misura dei principali indici spirometrici: FVC, FEV1 e rapporto FEV1/VC%. La determinazione dei volumi polmonari statici è necessaria per confermare la diagnosi. Il corretto svolgimento dell’esame condizionerà l’interpretazione dei dati ed è pertanto fondamentale rivolgersi a centri pediatrici di esperienza consolidata e a professionisti con esperienza nell’esecuzione e nell’interpretazione della spirometria in età pediatrica».
Perché si esegue il test di broncodilatazione?
«Il test di reversibilità o broncodilatazione completa la diagnosi nel sospetto di asma bronchiale in quanto dimostra se l’ostruzione rilevata dalla spirometria è reversibile dopo aver somministrato un farmaco broncodilatatore. Il piccolo paziente effettuerà una spirometria semplice, successivamente gli verrà somministrato un farmaco broncodilatatore per via inalatoria. Dopo 20 minuti, verrà ripetuta la spirometria e sarà confrontata con quella basale. Nel caso in cui ci sia un significativo miglioramento del deficit ostruttivo dopo la somministrazione del farmaco siamo in presenza di asma bronchiale: una malattia cronica delle vie aeree, reversibile con una corretta terapia».