Dopo le bollette del gas, la benzina e l’aumento del costo delle materie prime, adesso arriva come un macigno anche l’aumento dei pedaggi autostradali sull’estate degli italiani, in pratica nel periodo di maggiori spostamenti per le ferie estive. Il rincaro dell’1,5% dovrebbe scattare da luglio.
La società, che gestisce tratte per 3mila chilometri, sta disquisendo col ministero sullo spinoso argomento del ritocco delle tariffe autostradali. Autostrade per l’Italia ha chiuso il 2021 con ricavi da pedaggio per 3,5 miliardi di euro, 680 milioni in più del 2020 anno “falsato” dalla pandemia, ma vorrebbe comunque introdurre un’ulteriore maggiorazione sull’utilizzo della rete stradale. «Parliamo veramente di poco, ne stiamo discutendo in questa fase con il ministero», ha spiegato l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Roberto Tomasi. «Le tariffe sono rimaste bloccate a partire dal 2018 – ha aggiunto l’ad di Autostrade. È un incremento risibile, legato all’approvazione del piano economico finanziario».
La realtà è un’altra: il caro energia e il costo delle materie prime, che ha subito un’impennata dopo l’invasione della Russia in Ucraina, pesano però sui numerosi cantieri che Autostrade per l’Italia ha in giro per la Penisola. Si tratta di «un problema serio: in questi primi sei mesi noi abbiamo avuto un incremento importante in termini di costi dei materiali che varia dal 20 al 30% mediamente, poi ci sono voci di prezzo con incrementi superiori anche a questo», ha spiegato Tomasi.
Ma si tratterebbe comunque di una spesa in più per i consumatori, già alle prese con gli effetti dell’inflazione e il caro bollette. Immediata la reazione di Assoutenti che ha annunciato di essere pronta a impugnare l’eventuale aumento dinanzi al Tar del Lazio. «Anche solo l’idea di aumentare il costi dei pedaggi sulla rete Aspi è improponibile – afferma il presidente Furio Truzzi -. Gli automobilisti che utilizzano l’infrastruttura autostradale pagano ogni giorno il prezzo di un servizio in netto peggioramento, tra cantieri, ritardi, traffico e criticità varie, e proprio in tal senso e per la logica del price-cap le tariffe dovrebbero diminuire, non certo aumentare. Senza contare che Aspi è oramai tornata in mano pubblica con il passaggio alla guida di Cassa Depositi e Prestiti».
Ci voleva il passaggio dalla proprietà privata dei Benetton a quella pubblica del ministero dell’Economia per avere un nuovo aumento. Anziché tutelare i redditi più bassi il governo riduce il potere d’acquisto dei salari, in particolare dei pendolari, che per recarsi al lavoro si troveranno a dover fronteggiare anche questo nuovo aumento. Oltre alla benzina alle stelle ora si aggiungono gli aumenti dei pedaggi di metà della rete autostradale. Il traffico veicolare è in netta ripresa, l’automazione ha dimezzato il personale e i costi di esercizio, rendendo ancor più ingiustificati gli aumenti visto che la manutenzione e la sicurezza dovrebbero già essere ricompensate dai lauti profitti derivanti dai pedaggi tra i più alti d’Europa.