Se fino al 24 febbraio l’Europa poteva ancora vantarsi di essere diventata, grazie a 76 anni di pace, un modello di convivenza pacifica e democratica tra Stati, un punto di riferimento mondiale sul piano dei diritti e del welfare, oggi non è più così. Le sanzioni, l’aumento delle spese militari, l’invio di armi all’Ucraina dimostrano che l’Ue ha perso la sua anima pacifista. Stando a quanto si apprende da fonti diplomatiche, la Commissione Ue, come forma di supporto finanziario strutturale a Kiev, sarebbe intenzionata a destinare 1,5 miliardi al mese all’Ucraina impegnata in una guerra contro la Russia.
L’Ucraina si appresta, quindi, a ricevere una pioggia di finanziamenti dall’Unione europea, senza però farne parte. Secondo quanto riportato da La verità, al momento non ci sarebbe nulla di deciso, ma i fondi destinati a Kiev verrebbero finanziati con l’emissione di obbligazioni comuni europee. L’obiettivo sarebbe quello di sbloccare i fondi già nei prossimi giorni durante una riunione del Consiglio europeo.
Mentre gli italiani non riescono pagare le bollette, a sostenere le spese per il carburante e a stare dietro a un’inflazione galoppante, l’Ue che fa? La Commissione europea intende «stipendiare» Zelensky emettendo obbligazioni. Un grande regalo per Kiev, basti pensare che nel 2020 il Pil dell’Ucraina era di 155,6 miliardi di dollari, il che significa che lo stanziamento Ue fornirebbe ogni mese una cifra vicina all’1% del Pil. In un anno, dunque, l’Unione europea fornirebbe a Kiev il 12% dell’intero prodotto interno lordo, a cui vanno aggiunti i fondi stanziati per l’assistenza umanitaria.
La Commissione europea ha annunciato un nuovo programma di rifugi di emergenza e strutture per l’inverno in favore dell’Ucraina. In pratica, la Commissione fornirà 175 milioni di euro in assistenza per sostenere i più bisognosi in Ucraina e Moldova. Altri 175 milioni, inoltre, verranno spesi per istruzione, cibo e acqua per le persone in difficoltà.
E tutto questo per un Paese che non è neanche parte dell’Unione europea e che di certo non è l’unico impegnato in un conflitto. Viene, dunque, da chiedersi perché l’Ue non abbia mai mostrato la stessa sensibilità nei riguardi di Paesi come l’Afghanistan, il Sudan, il Libano, la Nigeria o lo Yemen.