In Italia la Commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid viene boicottata, i ricercatori sono oggetto di provvedimenti disciplinari e le carte segrete dell’Aifa passano sotto silenzio. Negli Stati Uniti le cose non vanno meglio: il giudice federale del Texas, Micheal Truncale, ha archiviato una causa relativa alla presunta frode e manipolazione dei dati commessa da Pfizer e due società a cui la casa farmaceutica ha appaltato gli studi clinici sul vaccino anti-Covid.
Tutto nasce da una ricercatrice che ha lavorato nel gruppo Ventavia, una delle realtà che ha effettuato la sperimentazione del prodotto per il colosso farmaceutico. Brook Jackson nell’autunno 2021 aveva rivelato al British Medical Journal che la società per cui lavorava ha falsificato i dati, impiegato vaccinatori non adeguatamente formati ed è stata lenta nel registrare gli eventi avversi riportati nello studio di fase III di Pfizer.
Documenti interni dell’azienda, foto e registrazioni: neppure le 400 pagine presentate da Brook Jackson alla corte del distretto orientale del Texas, divisione di Beaumont, ai sensi del False Claims Act sono bastate al giudice texano, che ha deciso di archiviare la causa che, ignorata dalla larghissima parte degli organi di informazione, statunitensi e internazionali, andava avanti sin dal gennaio 2021, anche se la denuncia è rimasta secretata fino al 10 febbraio del 2022.
Durante la sperimentazione, secondo la ricercatrice, ci sono state deviazioni del protocollo non segnalate, in alcuni casi i vaccini non venivano conservati a temperature adeguate e una parte dei campioni di laboratorio risultavano etichettati in modo errato. Dopo aver segnalato questi problemi alla Food and Drug Administration, l’autorità del farmaco statunitense, Jackson è stata immediatamente licenziata da Ventavia. Nei giorni successivi aveva ricevuto una telefonata da un ispettore dell’FDA per discutere il suo rapporto, ma le è stato detto che non potevano essere fornite ulteriori informazioni, e sulle sue rivelazioni è calato un muro di silenzio e omertà anche da parte dell’agenzia e delle istituzioni.
Con una sentenza emessa lo scorso 31 marzo, il giudice Truncale ha stabilito che Jackson non aveva dimostrato che le società avessero violato il False Claims Act, la legge che punisce le frodi commesse ai danni dell’amministrazione. «Uno spregevole e atroce tradimento della giustizia – ha commentato Brook Jackson su Twitter – uno schiaffo in faccia ai danneggiati da vaccino e agli informatori, un palese esempio di corruzione, incompetenza e codardia, una dichiarazione che i potenti sono al di sopra della legge». Ha anche annunciato che ricorrerà in appello.
Le sue rivelazioni hanno reso evidente quanto la questione dei “vaccini” fosse opaca e poco trasparente già dalla prima sperimentazione dei prodotti. Le autorità di farmacovigilanza lo sapevano, ma hanno chiuso gli occhi e autorizzato l’immissione in commercio.